I termini Shoah e Olocausto vengono di frequente assimilati per significato, soprattutto nel Giorno della Memoria, ma non è per niente così. Il nome Shoah, letteralmente “tempesta devastante, distruzione, desolazione” , ricorre spesso nella Bibbia (es. Isaia 47,11). Esso si riferisce allo sterminio del popolo ebraico durante la Seconda Guerra Mondiale, più propriamente al periodo che va dal 30 gennaio 1933 (quando Hitler divenne cancelliere della Germania), all’8 maggio 1945 (fine della Guerra in Europa). Proprio in quel periodo, come noto, milioni di persone vennero soppresse nella follia razziale. Tra i gruppi perseguitati e assassinati da nazisti e loro collaboratori: zingari, serbi, memnri dell’intellighentia polacca, oppositori della resistenza di tutte le nazionalità, tedeschi oppositori del nazismo, omosessuali, testimoni di Geova, deliquenti abituali, persone considerate “antisociali” tra cui mendicanti, vagabondi e venditori ambulanti. Dopo le leggi di Norimberga, l’odio razziale crebbe e le atrocità culminarono nella notte dei Cristalli, quella tra l’8 e il 9 novembre 1938, quando in tutta la Germania le sinagoghe vennero date alle fiamme e i negozi ebraici devastati.
27 gennaio, Giornata della Memoria: differenze tra Shoah e Olocausto
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