Alimentazione: ecco cosa mangiare per abbassare colesterolo e glicemia

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Un consumo giornaliero di mele e pere riduce il rischio di contrarre il diabete di tipo 2 nel corso della vita.

A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista Food and Function che sottolinea quanto siano fondamentali i polifenoli contenuti nei due frutti che da un lato contribuiscono a ridurre il diabete grazie alle loro capacità antiossidanti ed antinfiammatorie, dall’altro – tramite la  pectina – riducono  la risposta glicemica indotta dal pasto.

I ricercatori hanno poi passato in rassegna i diversi tipi di mele prendendo in esame ogni varietà, Annurca, Red Delicious, Pink Lady, Fuji e Golden Delicious, e hanno notato che per il colesterolo, gli estratti di polpa delle mele Annurca erano i più efficaci; mentre per il glucosio erano ancora più adatti gli estratti delle bucce delle Red Delicious.

Dallo studio è dunque emerso che tramite il consumo di due mele Annurche al giorno per due mesi si riduceva il colesterolo totale dell’8,3%, contro il 4,4% delle Granny Smith, il 3,1% delle Red Delicious, il 2% delle Fuji e l’1,3% delle Golden Delicious.

«Questi nostri studi — ha commentato alla stampa nazionale Gian Carlo Tenore professore di Chimica degli Alimenti, al Dipartimento di Farmacia, dell’Università di Napoli “Federico II” — confermano che la frazione polifenolica delle mele, diversa non solo tra polpa e buccia ma anche fra una varietà e l’altra, può influenzarne gli effetti e le Annurca, la cui polpa è particolarmente ricca di polifenoli soprattutto procianidine, possono avere un ruolo positivo sul controllo della colesterolemiaMa dato che nel nostro studio abbiamo anche osservato, in tutti i gruppi, un leggero aumento della glicemia e dei trigliceridi, da ricondurre agli zuccheri delle mele aggiunte alla dieta — conclude Tenore — pensiamo che in un prossimo futuro il famoso detto “una mela al giorno toglie il medico di torno” possa essere rivisitato, sia dal punto di vista quantitativo (una mela aggiunta a tutto il resto oppure al posto di…), sia qualitativo sulla base dell’effetto che si desidera ottenere».

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