Cosa sarebbe cambiato se il 9 settembre il sindaco Filippo Nogarin, dopo l’allerta arancione arrivato dalla protezione civile regionale avesse dato l’allarme alla popolazione? E’ la domanda che Nogarin si fa dal giorno dell’alluvione del settembre scorso che causo’ la morte di 8 persone: “Non passa giorno senza che io mi metta a pensare e ripensare a cosa sarebbe successo se avessi preso decisioni diverse”, ha detto il primo cittadino in Consiglio comunale, “nelle ore in cui veniva allestita la macchina per affrontare la fase dell’allerta meteo“.
La notizia dell’indagine che lo vede coinvolto non lo ha colto di sorpresa, “non arriva come un fulmine a ciel sereno“. Il sindaco e’ responsabile della Protezione civile comunale, “e rispondo e rispondero’ del funzionamento della macchina dei soccorsi nelle ore del disastro e in quelle immediatamente precedenti. Ed e’ giusto che davanti alla morte di otto persone, gli inquirenti indaghino a 360 e cerchino di accertare le eventuali responsabilita’ di ciascuno”, ha spiegato.
Nogarin, comunque, non intende per questo farsi da parte: “per ora pero’, per quanto mi riguarda, questo e’ il momento di lavorare con ancora maggior determinazione, proseguendo sulla strada della ricostruzione e della messa in sicurezza del nostro territorio”. “Io ho un lavoro da portare a termine e per questo continuero’ a svolgere il mio ruolo con il massimo impegno e la dedizione di sempre”, ha aggiunto ricordando i tanti cantieri aperti in citta’, e quegli “interventi che si sarebbero dovuti fare decenni fa” e che sono ora “in fase di realizzazione e tutti gli sforzi, anche economici, di questa amministrazione sono volti ad aiutare nella maniera migliore tutti coloro che si sono a doversi confrontare con enormi cambiamenti della loro vita dopo l’alluvione del 10 settembre”.