Eruzioni vulcaniche in Giappone, nelle Filippine e a Bali. Forti terremoti in Alaska e Indonesia. La serie di disastri naturali degli ultimi due giorni ha un comune denominatore: tutti si sono verificati lungo il cosiddetto Anello di Fuoco, una zona di pericolo geologico a forma di ferro di cavallo.
Almeno 5 diversi eventi si sono verificati lungo l’Anello di Fuoco tra lunedì e martedì, incluso il terremoto di magnitudo 7.9 che ha sconvolto la città di Kodiak, in Alaska, e l’eruzione del Monte Kusatsu-Shirane vicino ad un impianto sciistico a nord-ovest di Tokyo.
Yeck afferma che è soprattutto la placca Pacifica a costituire la maggior parte dell’Anello di Fuoco. Ma la zona include anche la placca del Mar delle Filippine, la placca di Juan de Fuca, la placca di Cocos e la placca di Nazca. Le placche tettoniche si incastrano come un puzzle, ma sono in costante movimento e collisione l’una con l’altra, dando origine, così, a numerosi terremoti.
Oltre all’eruzione vulcanica in Giappone e al terremoto in Alaska, un terremoto di magnitudo 6.1 si è verificato a largo della costa meridionale di Java, in Indonesia, nella giornata di martedì 23 gennaio. Sempre martedì, il Monte Agung a Bali e il Monte Mayon nelle Filippine hanno fatto saltare le loro cime con fuoriuscite di lava incandescente, causando l’evacuazione di migliaia di persone.