Gli adolescenti che hanno subito gravi atti di bullismo nell’infanzia da loro coetanei sono esposti ad un rischio maggiore di suicidio, secondo una nuova ricerca dl CMAJ (Canadian Medical Association Journal). La Dott.ssa Marie-Claude Geoffroy, del McGill Group for Suicide Studies, presso la McGill University di Montréal, nel Quebec, scrive: “I nostri risultati mostrano una tendenza generale, in circa il 15% dei bambini, ad essere esposti a livelli più gravi di vittimizzazione dall’inizio della scolarizzazione fino al passaggio alle scuole superiori. Questi bambini hanno un rischio maggiore di sintomi di depressione/distimia o ansia e di suicidio nell’adolescenza rispetto ai bambini meno bullizzati”.
Lo studio ha analizzato i dati del Quebec Longitudinal Study of Child Development su 1.363 bambini nati nel 1997/98, che sono stati seguiti fino ai 15 anni. I ricercatori hanno valutato i bambini all’età di 6, 7, 8, 10, 12 e 13 anni. I partecipanti provenivano da una gamma di contesti socioeconomici e di strutture familiari, con una leggera prevalenza di ragazze (53%). Erano classificati per nessuna/bassa vittimizzazione, vittimizzazione moderata e vittimizzazione grave.
Circa il 59% dei partecipanti ha subito atti di bullismo da parte di coetanei nei primi anni della scuola elementare, anche se generalmente tali atti diminuiscono con la crescita. Gli autori scrivono: “Sebbene il bullismo da parte di coetanei cominci a diminuire alla fine dell’infanzia, le persone nel gruppo più grave sono ancora esposte ai livelli più alti di bullismo nella prima adolescenza. I nostri risultati, insieme a quelli di molti altri studi, suggeriscono che le forme gravi di bullismo da parte di coetanei potrebbero contribuire allo sviluppo di problemi di salute mentale nell’adolescenza. Per questo motivo, è importante prevenire le forme più gravi di bullismo fin dalle prime fasi della vita”. I ricercatori sollecitano iniziative antibullismo prima che i bambini inizino ad andare a scuola.