Chris Packham, professore associato di fisica e astronomia dell’University of Texas a San Antonio (UTSA), ha collaborato ad un nuovo studio che espande la comprensione della comunità scientifica dei buchi neri nella nostra galassia e dei campi magnetici che li circondano. Packham e astronomi dell’University of Florida hanno osservato per la prima volta il campo magnetico di un buco nero della nostra galassia da numerose lunghezze d’onda. I risultati forniscono chiarimenti illuminanti su alcuni degli oggetti più misteriosi dello spazio.
Un buco nero è un posto dello spazio in cui la gravità è così forte che nemmeno la luce riesce a sfuggirvi. I buchi neri di solito si formano quando una stella massiva esplode e il nucleo rimanente collassa sotto la forza dell’intensa gravità. Un buco nero ha un campo magnetico poiché si è originato dai resti di una stella dopo l’esplosione. Il buco nero che Packham e i suoi collaboratori hanno incluso nel loro studio contiene circa 10 volte la massa del nostro sole ed è conosciuto come V404 Cygni. Mentre la materia viene distrutta intorno ad un buco nero, getti di elettroni sono lanciati dal campo magnetico da entrambi i poli del buco nero quasi alla velocità della luce. Questi getti hanno lasciato a lungo perplessi gli astronomi.
Packham ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di comprendere i buchi neri in generale. Se torniamo al punto più remoto nel nostro universo, subito dopo il Big Bang, sembra esserci sempre stata una stretta correlazione tra buchi neri e galassie. Sembra che la nascita e l’evoluzione dei buchi neri e delle galassie siano profondamente collegate. I nostri risultati sono sorprendenti e noi vogliamo risolvere questi enigmi”.