Il caffè e la sigaretta sono una combinazione molto pericolosa per la salute del nostro organismo, perché può incrementare il rischio di ammalarsi di cancro. Risaputo ormai da anni, il fumo di sigaretta è un vizio assai dannoso per l’organismo, con un alta percentuale di casi di tumori. Le sostanze cancerogene presenti nel fumo infiammano e creano mutazione del DNA cellulare, e abbinato con il consumo di bevande a base di caffeina potenzia i danni a carico del DNA delle cellule del fumatore. Quindi la maggior parte delle persone amanti del caffè, che non riescono a rinunciare all’abbinamento di una sigaretta, devono essere consapevoli che sono soggetti a sviluppare malattie tumorali rispetto un fumatore non bevitore di caffè.
Cerchiamo di capire perché il caffè potenzia la cancerogenicità del fumo di sigaretta. La caffeina inibisce l’enzima che controlla la salute del DNA, tale enzima si chiama ATM e serve per controllare e serve per controllare se il DNA è sano o danneggiato. Nel caso in cui il DNA presenti una rottura, l’ATM stimola una proteina, la P53, che blocca il ciclo cellulare e ripara il DNA danneggiato. Se il danno è molto grave, la proteina stesa provoca la morte della cellula, impedendo che questa si trasformi in una cellula tumorale. Quindi il compito dell’ATM è fondamentale per le cellule, perchè non solo ripara i danni del DNA ma nei casi estremi le porta alla alla morte, prevenendo l’invecchiamento cellulare e lo sviluppo del cancro. Il fumatore accanito, danneggia il DNA delle sue cellule, e di conseguenza nelle cellule stesse si formano molti danni che verranno individuati dalla proteina ATM “riparatrice”. La caffeina invece, è un potente inibitore della ATM e riduce la capacità delle cellule di riparare il danno al DNA causato dalle sostanze cancerogene. Quindi, la conclusione è che, se il fumatore incallito è anche un bevitore di caffè, la caffeina inibisce l’enzima ATM, impedendo che questa blocchi il ciclo cellulare e avvii la riparazione del DNA danneggiato. Tutto ciò si traduce con un invecchiamento delle cellule e un aumento del del rischio oncologico.