Nel vulcano Kusatsu-Shirane, in Giappone, c’e’ stata una singola esplosione di vapore e frammenti di roccia, dovuta all’improvviso aumento delle temperature nella parte superficiale del vulcano e non sembra esserci altra attivita’. Nelle Filippine invece e’ in corso un’eruzione con fontane di lava e adesso c’e’ il rischio di colate di fango, roccia e acqua ad alta velocita’ lungo le pendici. Lo ha detto il vulcanologo Piergiorgio Scarlato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
“Sul vulcano Kusatsu-Shirane c’è stata una cosiddetta esplosione freatica, un evento isolato, dovuto all’aumento improvviso delle temperature nella parte superficiale del vulcano, a causa dei fluidi caldi”, ha rilevato Scarlato.
“E’ come se ci fosse stato dell’esplosivo nella roccia e non c’è altra attività: non c’è lava – ha detto – e non c’è la nube vulcanica, cioè il pennacchio di ceneri“. Al momento, ha aggiunto, l’eruzione somiglia a quella del vulcano Ontake nel 2014, sempre in Giappone: “quando l’improvvisa esplosione di rocce lanciate ad altissima velocita’ causo’ la morte di circa 70 turisti“.
Nelle Filippine, invece la situazione e’ diversa e i due fenomeni non sono assolutamente collegati: “sono differenti – ha precisato – per dinamica e tipologia”. Posto sulla cintura di fuoco, che va dall’Indonesia alle Filippine, il Mayon e’ un vulcano che gia’ in passato si e’ ‘risvegliato’ in modo violento: “le sue eruzioni – ha spiegato l’esperto – possono essere caratterizzate da colate di lava oppure possono essere di tipo esplosivo, come quelle del Vesuvio, con colonne di cenere e gas che sono alte chilometri e poi collassano“.
Il rischio maggiore adesso, ha concluso, sono le colate di fango, acqua e rocce: “e’ un rischio tipico dei vulcani asiatici, dovuto ai monsoni – ha detto Scarlato – queste colate si chiamano lahar, scivolano velocissime sulle pendici di un vulcano e rischiano di investire i villaggi”.