Burian, caos dei treni: “Il problema sono gli scambi, occorre più manutenzione

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“Il problema principale e’ legato agli scambi: l’infrastruttura ferroviaria e’ sicuramente da migliorare e necessita di piu’ manutenzione per essere meno esposta a situazioni di collasso nelle criticita’. Detto questo, quando si progetta, ci si contiene nel dimensionamento tenendo conto delle condizioni in cui l’infrastruttura dovra’ operare: questo vale per tutte le progettazioni”.

Lo afferma in merito ai disagi ferroviari delle ultime ore l’ingegner Sandro Simoncini, docente di Urbanistica e progettazione ambientale alla Sapienza, che e’ stato consulente di Ferrovie dello Stato e Grandi Stazioni. “Nella progettazione ferroviaria – spiega – vengono analizzati i flussi di traffico e certamente le condizioni climatiche; se si ipotizza che determinati fenomeni atmosferici si verifichino ogni 10 anni, questi non assumono rilevanza: non si sovradimensiona una struttura per quelle esigenze, anche per ovvie ragioni di costo. Diverso e’ dove nevica e ghiaccia abitualmente”.

Ma “la manutenzione va migliorata”. Simoncini si riferisce “ai componenti che sono all’interno degli scambi. Quelli usati in localita’ dove neve e ghiaccio sono la normalita’ non sono gli stessi usati in zone come le nostre, la cui qualita’ e’ inferiore. Questo non vuol dire che abbiamo materiale scadente: il materiale e’ collegato alle condizioni oggettive. Proprio per questo, pero’, la manutenzione andrebbe aumentata. I controlli consentono, se necessario, di sostituire componenti: materiale piu’ economico anche con piccoli gradi di usura, puo’ essere esposto a rischio lesione o blocco; ma i controlli non azzerano la possibilita’ di disagi come quelli in atto”.

L’ingegnere parla non casualmente di “disagi, che sono cosa diversa dalla sicurezza: quest’ultima ha un peso ben piu’ alto dei primi, per chi progetta”. Quanto ai piani neve, “c’e’ un po’ di frammentazione e non ce n’e’ uno nazionale, perche’ non tutto il paese e’ esposto in egual misura, come una regione scandinava. Pero’ durante emergenze di questo tipo, ritengo sia un palliativo provvisorio che non avrebbe scongiurato disagi: se un treno e’ bloccato in attesa che uno scambio si muova, non c’e’ una linea parallela”.

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