Carnevale: le maschere più rappresentative in Italia

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Ogni anno il Carnevale porta con sé un interrogativo: Quale maschera indossare? Se per molti la festa si trasforma in corsa alla disperata ricerca del costume più trendy da indossare per lasciar tutti a bocca aperta, il significato delle maschere storiche del Carnevale italiano è molto più profondo. E’ con la Commedia dell’Arte che le maschere si tipicizzano, assumendo caratteristiche fisse e tutto quello che poteva contribuire a completare la fisionomia della maschera era considerato e sperimentato, dal trucco del volto all’abito, dagli accessori al modo di parlare, sino ai tic, al comportamento sulla scena ecc. Col tempo le maschere andarono perfezionandosi sempre più e, partendo dai primi abbozzi iniziali, schematici ed essenziali, si arricchirono diventando dei veri e propri caratteri, definiti non solo esteriormente ma anche nel modo di pensare e di ragionare. Alcune di loro, specchio di realtà transitorie e contingenti, nel giro di pochi decenni scomparvero dalla scena mentre altre (come quelle che descriveremo) resistettero, vivendo ancora oggi nella fantasia popolare perché impersonano aspetti eterni ed immutabili.

Tra le maschere più celebri Stenterello, una maschera tipica toscana che vive, come il suo nome suggerisce, di “stenti” ( per questo è così magro), oltre ad essere molto generoso con chi è più povero di lui. Dotato di arguzia, saggezza che, e ottimismo, riesce a superare, grazie a tutte queste sue qualità, le avversità della vita. Molto conosciuto il bolognese e corpulento Dottor Balanzone, col cappello nero a larghe false, una toga lunga e nera, una giubba e pantaloni neri, un merletto bianco sui polsi e sul coll un bel colletto di pizzo. Nonostante faccia il “so’ tutto io della situazione”, infila, in realtà, uno strafalcione dietro l’altro. Ha i baffetti all’insù e molto spesso tiene un libro sotto il braccio che completa la sua immagine. Altrettanto noto il ligure Capitan Spaventa o Capitan Fracassa o Scaramuccia; coraggioso a parole ma timoroso nei fatti, al punto da scappar via al minimo pericolo; e che dire della veneziana Colombina, compagna d’Arlecchino, civetta e un po’ bugiara, molto affezionata alla sua padrona Rosaura, al punto da cacciarsi nei guai pur di vederla felice. Arlecchino, universalmente conosciuto, è di Bergamo. Agile, vivace, dalla battuta pronta, ha come principale antagonista Brighella.

Ed ancora: il brontolone veneziano Pantalone, molto tirchio; Meneghino, maschera milanese per eccellenza, generoso e sbrigativo, abile nel deridere i difetti degli aristocratici; il torinese Gianduia, amante del buon vino, con la sua compagna Giacometta, forte, gentile e generosa; sino a Brighella, principale antagonista di Arlecchino, attaccabrighe e imbroglione, servile con i potenti e insolente coi deboli. Come non citare Rugantino, er bullo de’ Trastevere, giovane arrogante e strafottente ma infondo buono e amabile? E che dire di Pulcinella, la maschera più popolare al mondo, simbolo di Napoli? Compare di Arlecchino, spontaneo, sempre affamato, gran chiacchierone, egli non riesce a mantenere mai un segreto.. sara’ proprio per questo che sa sempre strappare un sorriso!

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