La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur), Valeria Fedeli, e il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Massimo Inguscio, hanno firmato oggi un protocollo d’intesa sull’alternanza scuola-lavoro. La firma dell’accordo si è tenuta presso la sede centrale del Cnr a Roma.
“L’Alternanza Scuola-Lavoro – afferma la Ministra Valeria Fedeli – è un’occasione formativa e di crescita non convenzionale, un’innovazione didattica che consente alle nostre studentesse e ai nostri studenti di acquisire strumenti, competenze e conoscenze utili per il loro futuro. E nel futuro delle nuove generazioni la ricerca, ambito d’eccellenza del nostro Paese, può e deve essere una concreta opportunità professionale. Per questo ritengo che la firma del Protocollo di oggi sia importante: rinnoviamo una collaborazione di qualità, che consente alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi di entrare a contatto con l’attività di importanti istituzioni ed enti di ricerca, di scoprire il valore dello studio e dell’impegno delle ricercatrici e dei ricercatori che vi operano e riscontrarne l’impatto nella società in cui viviamo. Questa intesa ha un fondamentale merito: quello di mettere in comunicazione settori differenti della filiera italiana del sapere. Settori vitali e strategici sui quali dobbiamo investire se vogliamo costruire un domani di sviluppo sostenibile e di prosperità per il nostro Paese”.
“La ricerca è un bene pubblico e la nostra Costituzione ribadisce nell’articolo 9 che la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica – afferma il presidente del Cnr Inguscio – Il nostro Ente – che quest’anno compirà 95 anni di storia e il cui presidente emerito Gustavo Colonnetti, tra i padri della Consulta e dell’Assemblea Costituente, ha contribuito all’ispirazione dell’Art. 9 – si impegna a portarla all’interno della società a partire dalla scuola, affinché i giovani partecipino e condividano saperi, mestieri, esperienze, metodologie, tecnologie, sfide di frontiera assieme alle nostre ricercatrici e ricercatori, diventando parte integrante del percorso di crescita e progresso per il Paese e i cittadini di oggi e di domani” dichiara Inguscio. “Grazie all’impegno come sistema Paese di tutto il Parlamento, del Governo, del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca su questi fondamentali progetti scuola-lavoro, su cui il Cnr è coinvolto da anni, gli studenti hanno un’occasione straordinaria per vivere esperienze in classe e nei laboratori, per essere parte attiva nei processi di ricerca scientifica, toccare con mano tutti i passaggi di un progetto di ricerca, dall’ideazione alla sua realizzazione e comunicazione, per conoscere nuovi mestieri e avvicinarsi al mondo del lavoro”.
Nel triennio 2014-2017 i progetti scuola-lavoro con il coinvolgimento dell’Ente hanno interessato su tutto il territorio nazionale quasi 10 mila studenti, le sedi di oltre 100 sedi territoriali di istituti di ricerca CNR e oltre 550 istituzioni scolastiche, 41 città e 18 regioni (tutte quelle dove il Cnr è presente). Il 59% dell’alternanza ha riguardato attività in laboratori e di ricerca, il 31% attività informatica, web e social, il 21% attività di divulgazione.
“Il Consiglio nazionale delle ricerche promuove diverse attività e progetti con le scuole e a partire da questo anno scolastico collabora con il Miur, il ministero dei Beni, delle attività culturali e del turismo e la Fondazione Napoli Novantanove per il progetto ‘L’Archivio nazionale dei monumenti adottati dalle scuole italiane’ che nelle passate edizioni ha coinvolto oltre mille istituti di ogni ordine e grado. Le aree tematiche delle adozioni dei monumenti sono molteplici e riguardano la storia artistica, culturale, storica, civile del territorio e di ognuno di noi. Da quest’anno, anche la sfera scientifica e tecnologica, affinché gli studenti possano salvaguardare e appropriarsi di questa ricchezza. La cultura e la scienza sono universali e sempre inclusive, comprensive di molteplici discipline e saperi: l’identificazione e lo studio di strumentazioni, sedi e pubblicazioni che hanno segnato la crescita scientifica e tecnologica del Paese, e che possiamo a ragione chiamare ‘monumenti’, rappresenta una formidabile opportunità per tutelare e valorizzare un patrimonio unico presente su tutto il territorio nazionale”, conclude Inguscio.