Donne & Scienza: Silvia Piranomonte, la ricercatrice che da precaria contribuì alla scoperta delle onde gravitazionali

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In occasione della Giornata Internazionale per le donne e le ragazze nella scienza, indetta dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e che si celebra ogni 11 febbraio, abbiamo voluto raccogliere le storie, la carriera, i sogni, le difficoltà e le vittorie di donne che della scienza hanno fatto la loro scelta lavorativa, raggiungendo obbiettivi e traguardi di tutto rispetto.

Tra queste c’è Silvia Piranomonte. Chi non ricorda il clamore della scoperta contemporanea di onde gravitazionali e “luce” dalla fusione di due stelle di neutroni, annunciata nell’ottobre scorso? Lei era una dei protagonisti italiani di questa epocale scoperta. 45 anni, ricercatrice dal 2005 presso l’INAF-Osservatorio Astronomico di Roma, dove è stata assunta nel 2017, Piranomonte è da sempre coinvolta nello studio e nelle osservazioni di Gamma-ray burst. Dal 2014 lavora attivamente nel team GRAWITA che ha l’obiettivo di scoprire e studiare la controparte elettromagnetica delle sorgenti di onde gravitazionali misurate dagli interferometri di LIGO/Virgo.

Mi sono laureata nel 1999 e ho terminato il dottorato nel 2004 – ci racconta Silvia –, dal 2005 ho iniziato con il lavoro a Roma con contratti annuali, i quali non sapevi se a scadenza sarebbero stati rinnovati oppure no. Il tutto viaggiando spesso, con non poche difficoltà. Purtroppo viviamo in un paese dove le donne non sono incentivate, soprattutto nelle ricerca. Mancano i fondi e l’eventuale rinnovo del contratto viene comunicato solo un mese prima della scadenza. Nel momento in cui ho scelto di avere dei figli nonostante la precarietà lavorativa, ad esempio, mi sono detta ‘o la va o la spacca’. I problemi, anche una volta diventata mamma, non sono pochi: devi dimostrare di stare sempre sul pezzo, ti senti in colpa perché devi correre via dai figli troppo presto, ma gli impegni sono tanti, anche a casa, perché devi costantemente rispondere alle e-mail, studiare, in più sei precaria e il rischio che non venga rinnovato il contratto se non rendi abbastanza è concreto” e pende sulla testa delle donne come una spada di Damocle. 

Certo – continua Silvia – Se c’è la passione, anche se sei sottopagato, ce la metti tutta. Soprattutto perché sai che se vuoi raggiungere la stabilità devi far ricorso a tutte le tue forze, devi emergere per uscire dalla precarietà. Io ce l’ho fatta a 44 anni dopo ben 12 anni di precariato, ma se per gli uomini è difficile, è innegabile che per le donne la fatica sia tripla. Un’altra grande mancanza tutta italiana è che, salendo di livello ci sono sempre meno donne: le dirigenti astronome sono davvero pochissime”.

Nonostante le difficoltà Silvia è convinta della necessità di attirare sempre più donne verso la scienza, partendo innanzitutto da una maggiore divulgazione scientifica, andando nelle scuole e avvicinando i giovanissimi a questo mondo troppe volte considerato irraggiungibile. “Scienziati e comunicatori devono divulgare il più possibile nelle scuole e fare corsi di formazione con gli studenti e gli insegnanti. Io lo faccio da sempre – spiega la scienziata – divulgando astronomia nelle scuole, alle mostre, nei musei astronomici del nostro osservatorio. E’ bello leggere negli occhi delle persone che stanno comprendendo ciò che tu gli stai illustrando”.

Credit: LIGO Scientific Collaboration (LSC)

Per quanto riguarda la sua partecipazione alla scoperta delle onde gravitazionali, Silvia specifica che “il lavoro è stato più dei fisici, ma si sono accorti che non avrebbero lavorato bene senza l’aiuto delle astronomi. C’è stata dunque la collaborazione di oltre 2000 astronomi da tutto il mondo con il supporto di 200 strumenti. Nel momento in cui si è verificato lo scontro di stelle di neutroni siamo riusciti a catturarne la luce”. La scoperta delle onde gravitazionali, infatti, ha visto per la prima volta la cattura del segnale generato dalla fusione di due stelle di neutroni, così dense da costituire uno stato estremo della materia. “Abbiamo visto luce e onde gravitazionali insieme. E’ stata una svolta epocale, grazie alla quale si stanno aprendo nuovi orizzonti di studio. Gli interferometri si riapriranno a fine anno – spiega la studiosa – e considerando che si è aperta una nuova finestra nell’universo ci aspettiamo di tutto, perché con la luce vedi l’universo e lo senti, quindi puoi indagarlo meglio. Si punteranno contemporaneamente tantissimi telescopi in tutto il mondo. Stiamo fondando un nuovo modo di fare astronomia, ovvero in grandi gruppi e a livello mondiale”. 

Tra l’altro –  ci tiene a precisare Piranomonte – per la scoperta delle onde gravitazionali si deve ringraziare anche una donna, ovvero Marica Branchesi del Gran Sasso Science Institute, che ha coordinato il lavoro dei 3 mila scienziati di tutto il mondo che hanno partecipato alla ricerca, e che si è classificata al secondo posto tra i dieci scienziati più influenti del 2017“.

Per Silvia, dunque, che è mamma di due bambini, Flavia e Filippo, il futuro, lavorativamente parlando, è appena cominciato“. E noi le auguriamo, per lei e per la scienza in generale, che possa riservarle sorprese inaspettate e che possano aiutarci a comprendere meglio l’affascinante universo nel quale viviamo.

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