E’ ormai da troppo tempo che, nel mondo vegetale, si parla degli Organismi Geneticamente Modificati, ossia organismi viventi che possiedono un patrimonio genetico modificato tramite tecniche di ingegneria genetica, che consentono l’aggiunta, l’eliminazione o la modifica di elementi genici. In particolare sulla coltivazione del mais, che è una delle classiche colture OGM, è un prodotto odiato da gran parte delle persone, spesso senza nemmeno conoscere i motivi di tanta avversione. Cerchiamo di capire in parole semplici cosa si intende per OGM; innanzitutto non tutte le colture esistono in forma OGM, ma solo quelle colture che sono da produzione, ovvero quelle che fanno la differenza in termini produttivi, per cui le aziende hanno interesse ad investire in una lunghissima ricerca che è quella che serve a creare piante OGM. In pratica, gli OGM funzionano così: ogni pianta ha, come gli esseri umani, una pianta madre e una pianta padre. I codici genetici di queste piante si fondono tra loro nell’atto della riproduzione (quando il polline maschile si unisce al fiore femminile) e danno origine al seme, che è l’embrione della nuova pianta. Il seme, a sua volta, avrà un DNA leggermente diverso sia dal padre che dalla madre. Quando i ricercatori creano un organismo geneticamente modificato, fanno in pratica la stessa cosa, solo che invece di aspettare una ricombinazione casuale vanno a modificare sequenze ben precise del DNA. Un’operazione che, quando va a buon fine, porta ad una pianta che ha qualche caratteristica particolare. In natura queste “mutazioni” avvengono per caso, con gli OGM invece vengono indotte nel laboratorio. I vantaggi di ottenere prodotti OGM sono ben precisi, generalmente hanno una proteina in più che svolge un compito che una pianta normale non sa svolgere. Prendendo in considerazione sempre il mais, le tipologie di OGM sono due:
- Il mais resistente alla prialide, che è un parassita tipico di questa pianta. Inizialmente questo parassita veniva distrutto con sostanze chimiche, che oggi con il mais OGM non c’è bisogno di utilizzare perché ha una resistenza tale da distruggerlo per conto proprio, quindi avremo un mais con meno residui chimici;
- Il mais resistente al glifosate, che è un erbicida utilizzato per le piante infestanti che sono un bel problema per l’agricoltura. Se prima le infestanti dovevano essere rimosse a mano e facevano calare la produzione, perché il glifosate, non si poteva dare (avrebbe fatto seccare anche il mais) ora si può spandere tranquillamente perché distrugge tutto, tranne che questo mais OGM che è resistente. Per cui la produttività aumenta, e c’è necessità di meno cure per la terra.
Il fatto che l’Europa non permetta la coltivazione degli OGM, è dovuto ad un principio di precauzione, una filosofia che si basa sul “se una cosa non si sa se sia pericolosa, non si mangia fintanto che non si dimostra che non lo è”. Bisogna dire che al momento diversi studi sia in Italia che all’estero non sono riusciti ad evidenziare con chiarezza se effettivamente il mais OGM abbia o meno controindicazioni sul nostro organismo e se quindi si possano mangiare senza alcun problema. Il paradosso è che, l’Unione europea permette l’importazione di questi prodotti ma non consente la loro coltivazione, inoltre per l’alimentazione umana c’è l’obbligo di indicarne la presenza in etichetta se presente in quantità superiori allo 0,9% (Reg. CE 1169/11).
È questo il motivo per cui, presumibilmente, gli OGM a tutt’oggi, previa indicazione in etichetta, possono essere consumati anche dall’uomo.