Mais OGM: nuovi studi dimostrano che ha caratteristiche migliori rispetto a quello tradizionale

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Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports e coordinato dall’Italia, dalla ricercatrice e docente Laura Ercoli e suoi collaboratori, nell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa, è emerso che la coltura del mais OGM aumenti la resa e diminuisca la concentrazione di micotossine. A sostenere ciò, è una meta-analisi condotta su 21 anni di raccolta dati; un totale di 11.699 dati contenuti in articoli di riviste scientifiche accreditate. I dati provengono da Stati Uniti, Europa, Sud America, Asia, Africa, Australia.

Lo studio ha riguardato esclusivamente l’elaborazione rigorosa dei dati scientifici, dove gli autori ritengono che i dati pubblicati permettono di trarre conclusioni chiare, cercando di aumentare la fiducia del pubblico nei confronti del cibo prodotto con piante geneticamente modificate. Le analisi hanno approfondito le conoscenze sui caratteri agronomici, ambientali e tossicologici del mais OGM analizzando la letteratura su resa, qualità del grano, organismi non bersaglio (NTO), organismi bersaglio (TO) e decomposizione della biomassa del suolo. I risultati hanno fornito risultati soddisfacenti per il mais OGM, sicuramente migliori rispetto alla linea isogenica vicina: la resa in granella è aumentata dal 5,6 al 24,5% con concentrazioni inferiori di micotossine (-28,8%), fumonisina (-30,6%) e thricotecens (-36,5%). Gli NTO analizzati non sono stati influenzati, ad eccezione dei Braconidae, rappresentati da un parassitoide della piralide del mais europeo. I parametri del ciclo biogeochimico come il contenuto di lignina negli steli e nelle foglie non variavano, mentre la decomposizione della biomassa era maggiore nel mais OGM.

A conclusione degli studi, si può affermare che i risultati ottenuti supportano la coltivazione del mais OGM, principalmente dovuta alla maggiore qualità del grano e alla riduzione dell’esposizione umana alle micotossine. Inoltre, sono confermate la riduzione del parassitoide bersaglio e la mancanza di effetti coerenti su altri NTO”.

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