Mantonico di Bianco: antico vitigno autoctono calabrese a bacca bianca

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Il Mantonico di Bianco, rappresenta un piccolo patrimonio storico del territorio della costa ionica, che rischia di scomparire, ma la cui riscoperta e valorizzazione è vivo argomento tra i produttori e ricercatori, suscitando un forte interesse anche da parte degli agricoltori e i consumatori. Il mantonico è un antico vitigno autoctono a bacca bianca dell’area Calabrese; le origini greche sembrerebbero confermate dal nome del vitigno,  la cui radice potrebbe derivare dal termine greco ????????? (divinatorio-profetico), legato a un antico uso del vino a scopo cerimoniale e propiziatorio. La coltivazione si estende lungo il litorale ionico della Calabria, nel tratto di costa che dalla Valle del Neto, Locri e Palizzi scende verso Bianco. Questa regione collinare, caratterizzata da terreni calcareo-argillosi, è particolarmente vocata per le uve bianche. Il clima è mediterraneo, con estati molto calde e secche, mitigate dalle brezze del mare. Per lungo tempo questo vitigno è stato dimenticato, e solo negli ultimi anni si è cominciato finalmente a valorizzarlo, anche grazie a un rinnovato interesse verso gli autoctoni.

Il mantonico è ancora oggi allevato prevalentemente ad alberello, anche se nelle nuove tecniche di allevamento prevedono anche impianti a spalliera. I grappoli sono di medie dimensioni, i cui acini presentano una buccia piuttosto spessa e a maturazione presentano un colore giallo dorato. È una varietà a maturazione tardiva, gli acini vengono fatti appassire su graticci prima di procedere alla fermentazione, in modo da ottenere vini dolci e concentrati. Sono vini da dessert dal colore dorato, con riflessi ambra, molto apprezzati per gli aromi floreali e agrumati, uniti a note di miele e frutta secca. Al palato esprime una morbidezza gustativa delicata, unita a gradevole freschezza e grande persistenza finale. Le suadenti note d’agrumi, frutta matura, pesca, albicocca, con il tempo tendono ad arricchirsi d’eleganti sentori di pietra focaia e cera d’api. Gli aromi fruttati sono sempre sostenuti da una viva vena acida, che conferisce al vino scorrevolezza e bevibilità. Nel caso di una breve macerazione sulle bucce, il vino acquisisce una leggera ruvidità tannica, molto caratteristica e piacevole al palato.

Storicamente l’uva Mantonico è sempre stata usata per la produzione di vini passiti, caratterizzati da un bel color ambra e da un sapore vellutato, fine ed equilibrato, che ricorda la zagara. Oggi viene vinificato anche come vino bianco secco, ideale per accompagnare primi e secondi piatti di pesce. Una novità è data dal Ferdinando 1938 Brut di Statti, uno spumante Metodo Classico a base di Mantonico in purezza, in cui spiccano i sentori di frutta bianca, biancospino e timo. A tavola, il Mantonico passito può essere servito ben fresco come aperitivo oppure come vino da dessert a fine pasto, insieme a formaggi stagionati e a dolci di pasticceria secca, come i mostaccioli calabresi.

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