“Napoli è una delle città con il rischio vulcanico più alto al mondo, stretta tra il Vesuvio e i Campi Flegrei in zone molto urbanizzate, è molto importante mettere insieme i diversi attori della gestione del rischio, ma anche che abbia una valenza transnazionale. L’Intervento dell’Unione Europea può anche contribuire a migliorare la conoscenza dei cittadini”. Lo ha sottolineato Francesca Bianco, direttrice dell’Osservatorio vesuviano di Napoli, intervenendo sabato al Workshop europeo sulla gestione dei disastri naturali che si è svolto alla Mostra d’Oltremare.
Il workshop ha portato al tavolo esperti europei, operatori della protezione civile, autorità locali itaiane e straniere per capire come fare rete nella prevenzione e della risposta ai grandi disastri naturali, come terremoti, inondazioni, incendi boschivi, uragani. L’incontro è una tappa del percorso del programma della Commissione europea “rescEU” che punta a sostenere i Paesi ma anche migliorare la risposta e la prevenzione delle protezioni civili e degli organi competenti.
Ad aprirlo il videomessaggio del Commissario Ue preposto, Christos Stylianides: “Il programma – ha detto – punta al centro della solidarietà europea. Si tratta di un nuovo piano per rafforzare la capacità dell’Europa di gestire i disastri naturali, con una rete di sicurezza quando la capacita’ e le risorse dei singoli Paesi non sono abbastanza assicurerà loro che non resteranno soli a fronteggiare disastri come uragani, terremoti, incendi, epidemie. Pensiamo alla scorsa estate con molti incendi che sono costati tante vite umane in Portogallo, Croazia, Francia, Spagna, Italia, Grecia.”
“Il climasta cambiando e sta cambiando il gioco, il nostro sistema di protezione è stato disegnato per altri tempi ma gli effetti devastanti dei disastri sono più forti oggi e l’Italia in particolare ha pagato un grande prezzo: nessun Paese può affrontare queste emergenze da sole. La responsabilità della preparazione e della conoscenza rimane agli Stati ma l’Ue li assistendo i piani digestione delle emergenze per costruire una forte cultura della prevenzione”.
La consapevolezza deve coinvolgere anche le imprese, come emerso durante il convegno in cui e’ citato l’esempio del pastificio Rummo di Benevento, devastato dalla recente alluvione del Sannio. Proprio per questo il convegno è stato organizzato a Napoli da Cna e fortemente voluto dal vicepresidente nazionale Giuseppe Oliviero: “Abbiamo voluto questo convegno – spiega Oliviero – anche perché come Cna vogliamo aprire una rete di collegamento con l’Unione europea che possa aiutare anche le aziende su come affrontare i disastri naturali”.