Il Sole schiaccia un ‘pisolino’ per recuperare le forze prima del risveglio che nel 2019 segnerà l‘inizio del nuovo ciclo della sia attività. Il suo ‘saluto’ è nella comparsa di un gruppo di macchie in prossimità dell’equatore che si estende per circa 100.000 chilometri, ossia 7,8 volte il diametro della Terra.
“Quando le macchie solari cominciano a formarsi in prossimità dell’equatore è il segno che il Sole è vicinissimo alla fase di minima attività e si prepara a iniziare un nuovo ciclo”, ha detto all’ANSA il fisico solare Mauro Messerotti, dell’Osservatorio di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dell’università di Trieste. L’attività magnetica del Sole varia, infatti, secondo un ciclo che dura in media 11 anni: è il periodo che intercorre tra una fase di minima attività e la successiva ed è misurato in base al numero di macchie che appare sulla superficie solare.
I cicli sono stati numerati a partire dalla fine del 1500 e quelli registrati finora sono stati 24. Nel giro di qualche mese, ha aggiunto Messerotti, “le macchie appariranno alle latitudini più alte, annunciano l’arrivo del nuovo ciclo, il 25°, mentre gruppi di macchie solari dell’attuale ciclo appariranno ancora in prossimità dell’equatore”. Il periodo in cui coesistono le macchie del vecchio ciclo e del nuovo potrebbe durare per mesi, ha detto ancora Messerotti, e la scomparsa delle prime segnerà l’inizio del nuovo ciclo.
Nella fase di transizione il Sole sarà ‘assopito’, ma comunque vigile: non ci si aspetta un’attività collegata alle macchie, ma ai buchi che si aprono nella regione più esterna dell’atmosfera solare, la corona. Queste regioni possono scagliare sciami di particelle verso la Terra, come quello atteso tra il 15 e il 16 febbraio, che causerà probabilmente una tempesta geomagnetica debole e che potrebbe generare bellissime aurore polari.