Ha aggiustato la sua orbita per oltre un anno, e adesso ce l’ha fatta: ExoMars è pronto per iniziare a studiare Marte da vicino. Arrivato vicino al mondo rosso nell’ottobre 2016, il Trace Gas Orbiter (Tgo) della missione Esa ha progressivamente abbassato la sua traiettoria attorno al pianeta, e adesso è nella posizione giusta per iniziare le operazioni scientifiche. Prima di tutto, la ricerca delle possibili origini biologiche delle tracce di gas nell’atmosfera marziana.
«Mettere ExoMars nelle condizioni di studiare il manto gassoso del pianeta rosso ha richiesto un lavoro di grandissima precisione, che si è intensificato negli ultimi 11 mesi. Da marzo scorso – spiega Michel Denis, direttore di volo Esa – abbiamo condotto una campagna di aerobraking estremamente delicata, durante la quale abbiamo inviato al Tgo tutti i comandi necessari per entrare nel sottile strato superiore dell’atmosfera ad ogni giro, in modo da rallentare la navicella e abbassare la sua orbita». L’aerobraking, o aerofrenaggio, è una tecnica utilizzata da decenni per abbassare le traiettorie dei satelliti in orbita terrestre ed è ora – spiega Global Science – stata applicata con successo al ‘viaggio’ di ExoMars, sfruttando il debole attrito dell’atmosfera marziana.
Il punto di partenza dell’orbiter, circa un anno fa, era un’orbita ellittica che arrivava a 98mila chilometri di distanza da Marte nel punto più lontano e a 200 chilometri in quello più vicino. Durante questa lunga e precisa operazione di aggiustamento di traiettoria, le distanze si sono via via accorciate, rendendo l’orbita sempre più circolare. Fino alla traiettoria attuale, un ‘sentiero’ quasi omogeneo di circa 400 chilometri di distanza dal pianeta rosso. Una grande frenata, insomma, ma talmente controllata da non avvertire scossoni: se ExoMars fosse un’automobile, per raggiungere lo stesso risultato da una velocità iniziale di 50 chilometri all’ora dovremmo cominciare a frenare 6 chilometri prima.