La temperatura alla stazione meteorologica di Capo Morris Jesup in cima alla Groenlandia, in uno dei punti più vicini di qualsiasi massa terrestre al Polo Nord (a circa 643 km) è salita sopra lo zero 5 volte dal 16 febbraio. Si tratta di un evento insolito che illustra le estreme condizioni meteorologiche che si stanno sviluppando in questo momento nell’emisfero settentrionale.
Precedentemente, le temperature erano andate sopra lo zero in questa stazione meteorologica solo per brevi periodi durante il febbraio 2011 e 2017. Finora in questo febbraio, è successo nei giorni 16, 17, 18, 20 e 21, una striscia di caldo che è incredibilmente rara. Proprio ora, le temperature insolitamente alte stanno alimentando l’Artico dal lato del pacifico al lato del Nord Atlantico. L’estensione dei ghiacci marini è a livelli minimi record, con la possibilità che un altro record minimo sia stabilito entro la fine di marzo.
La perdita dei ghiacci sta provocando scompiglio negli ecosistemi artici, poiché espone i villaggi costieri ad inondazioni durante le tempeste e rende difficile la caccia di foche e altre tradizionali fonti di carne per i cacciatori di sussistenza. Tuttavia, Ruth Mottram, scienziata presso l’Istituto Meteorologico Danese, non è sorpresa da tutto questo, perché questi eventi di temperature estremamente alte sono diventati più comuni negli ultimi 5 anni, in linea con le tendenze del riscaldamento dell’Artico in generale.
Ma le temperature artiche insolitamente miti sono collegate anche ad una recente divisione del vortice polare. Il vortice polare è un’area semipermanente di bassa pressione nell’atmosfera superiore, con venti vorticosi verso ovest che circolano intorno ad esso. Di solito, questi venti sono abbastanza forti da tenere l’aria più fredda intrappolata nell’Artico durante l’inverno. Ma durante le ultime due settimane, si è verificato un fenomeno conosciuto come riscaldamento stratosferico improvviso, che ha disturbato il vortice polare, dividendolo in due vortici.
Una sezione del vortice polare si è messa all’opera sopra gli Stati Uniti occidentali, dove è stato stabilito il record minimo di temperature, insieme a pesanti nevicate. L’alta sezione si sta facendo strada nell’Eurasia ed è probabile che porti neve dalla Siberia alle spiagge mediterranee di Italia, Francia e Croazia. La massa d’aria gelida associata a questi venti provenienti da est è stata rinominata “la bestia dell’est”.
Gli eventi di riscaldamento stratosferico improvviso si verificano quando l’energia si propaga verso l’alto dalla troposfera alla stratosfera, innescando una complessa serie di eventi che possono portare il vortice polare oltre i suoi soliti confini, diffondendo un freddo eccezionale in lungo e in largo. L’evento di questo febbraio è stato particolarmente estremo e l’esplosione di aria fredda si verifica in Eurasia e parti del Nord America di solito dopo una settimana o due. Secondo il Met Office Hadley Center inglese, questi eventi potrebbero tenere l’Europa nella morsa dell’aria gelida fino all’inizio di marzo.
Ma in questo quadro a svolgere un ruolo c’è anche un modello di pressione atmosferica sull’Oceano Nord Atlantico, conosciuto come Oscillazione Nord Atlantica (NAO), che sta entrando in una fase negativa. Questo supporta le possibilità di condizioni fredde e di tempeste di neve sia in Europa che negli Stati Uniti.