Tumori: in occasione dell’annuale appuntamento con il ‘World Cancer Day’ previsto per domani 04 febbraio, si fanno alcune stime. Ogni anno muoiono di cancro quasi 9 milioni di persone (per l’esattezza 8,8 milioni), vale a dire quasi come tre volte gli abitanti di città grandi come Roma. Nonostante i grandi progressi nella ricerca, secondo gli esperti nel 2030 il cancro sarà la principale causa di morte nel mondo, dove saranno diagnosticati fino a 21,6 milioni di nuovi casi all’anno.
Un big killer sempre più a danno dei più poveri: il 70% delle morti nel mondo è a carico infatti dei paesi in via di sviluppo. Domani sarà l’occasione per fare il punto sulla ricerca e sui dati epidemiologici, ma anche per rilanciare un obiettivo ambizioso, fissato dall’Oms: ridurre del 25% le morti di cancro entro il 2025.
Obiettivo possibile, se si colmano le disuguaglianze, come sottolinea Sanchia Aranda, presidente dell’Uicc, l’Union for International Cancer Control dell’Oms: “Servono più interventi sul rendere omogeneo l’accesso a prevenzione, diagnosi, trattamento e terapie. Dobbiamo rendere questi servizi ugualmente disponibili in tutto il mondo”. D’altra parte i dati sono agghiaccianti: i tumori infantili ad esempio fanno registrare un tasso di sopravvivenza dell’80% nei paesi avanzati, che crolla al 20% in quelli più poveri.
E la radioterapia, raccomandata in oltre la metà dei tipi di tumore, è sostanzialmente inaccessibile per il 90% degli abitanti dei paesi in via di sviluppo. Le categorie più colpite sono quelle svantaggiate come migranti, rifugiati, indigeni, popolazioni a basso reddito.
Ma dove sta andando la ricerca? Il futuro della lotta al cancro si basa su terapie molto innovative, come l’immunoterapia e la terapia genica: proprio qualche giorno fa un bambino con la leucemia è stato curato con successo al Bambino Gesu’ di Roma mediante una terapia genica che consente al nostro stesso corpo di reagire e “attaccare” il tumore.
“Si tratta certamente della strada più promettente”, dice all’Agi Michele Maio, direttore del Centro di immuno-oncologia dell’Unita’ Operativa Complessa di Immunoterapia Oncologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, nonché ricercatore dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. “Al momento, infatti, e’ la strategia con i migliori risultati. L’idea – aggiunge – e’ quella di agire sulla stimolazione del sistema immunitario inducendolo a riconoscere e attaccare meglio le cellule tumorali“.
La maggior parte dei farmaci immunoterapici sviluppati, testati e già in uso in clinica sono inibitori dei checkpoint immunologici, cioè anticorpi che bloccano i segnali inibitori che impediscono al sistema immunitario di attaccare il cancro. “Quest’anno pero’ a questi farmaci se ne aggiungeranno altri che avranno come obiettivo quello di attivare direttamente il sistema immunitario”, riferisce Maio. “Inoltre, si studieranno nuove combinazioni di farmaci con lo scopo di riuscire a superare la resistenza ai trattamenti immunoterapici“, aggiunge. “I tumori che potrebbero essere trattati con le nuove terapie immunoterapiche – ha aggiunto Maio – sono diversi: dal cancro al polmone al melanoma, dal tumore del rene a quelli testa-collo e del colon.
E in Italia? L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro partecipa al World Cancer Day, in programma domenica 4 febbraio, rilanciando anche nel nostro Paese la campagna ‘We can. I can’ che ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sul cancro invitando ognuno a fare la propria parte per renderlo sempre più curabile. Molti i nuovi casi, ma oggi si guarisce di più, come testimoniano i dati che ci pongono al vertice in Europa per le guarigioni: la sopravvivenza a cinque anni e’ aumentata rispetto ai casi diagnosticati nel quinquennio precedente sia per gli uomini (54% vs 51%) che per le donne (63% vs 60%).
Tutti possiamo contribuire a migliorare questo risultato adottando corretti stili di vita: non fumare, consumare i cibi corretti, validi alleati per la prevenzione, e eliminare la sedentarietà. Oggi sappiamo che un tumore ogni tre potrebbe essere curato per tempo se tutti aderissimo ai protocolli di screening e di diagnosi precoce e che un tumore su tre potrebbe non svilupparsi per nulla se seguissimo stili di vita salutari.
La sana alimentazione da sola pero’ non basta. E’ importante associare a una dieta equilibrata anche un’attività fisica regolare – almeno 30 minuti di camminata al giorno – che contribuisce a diminuire del 20-40% il rischio di tumore al colon, all’endometrio e del polmone, oltre a influire sulla prevenzione del cancro al seno. L’edizione 2018 del World Cancer Day dedica, inoltre, particolare attenzione alla promozione e alla divulgazione di un’informazione puntuale e corretta sul tema cancro. Si tratta di un impegno indispensabile per far maturare una sempre maggiore consapevolezza dell’opinione pubblica.