“Un dramma per le persone, per le famiglie, prima di tutto mogli e figli. Erano nostri amici, e clienti storici. Il primo pensiero è questo. Erano i primi ad arrivare la mattina. E anche stamani mio fratello Andrea li ha salutati”. Poi la tragedia. “La giornata era appena iniziata, poco dopo le 9,00”.
“Il primo soccorso è arrivato in un minuto. I nostri ragazzi stavano in continuo monitoraggio e si sono trovati di fronte alla tragedia”. Questo quanto racconta all’ANSA Luca Lallini, amministratore delegato degli impianti di Campo Felice in merito alla morte dei due sciatori romani travolti da una Valanga durante un fuori pista. “E’ gente esperta, che conosce la stazione meglio di noi“, aggiunge Lallini che non si dà pace “per una giornata di divertimento finita in tragedia”. “Oggi – spiega ancora – c’erano seimila persone, per tranquillità abbiamo chiuso due piste alla luce della nevicata di ieri e stanotte, più che vietare l’accesso installando recinzioni e mettere cartelli, non possiamo mica sparare alla gente?”.
“Gli impianti – prosegue l’ amministratore degli impianti di Campo Felice, Luca Lallini – sono sicuri. Ci sono tre persone che monitorano tutti i punti delle piste“. Invece fuori dagli impianti, “si era accumulata tanta neve su uno strato ghiacciato e dopo che nei giorni scorsi aveva piovuto”. Il gruppo si sarebbe dapprima infilato in un boschetto e, poi, all’uscita dagli alberi la neve è venuta giù.
“Il terzo sciatore si è salvato perché è riuscito ad abbracciare un albero ed è stato fortunato in quanto i soccorritori lo hanno individuato avendo visto uno sci spuntare fuori dalla neve“, racconta Lallini. “Mi sconvolge il fatto che fossero esperti. La montagna è come il mare, non si deve sottovalutare o, peggio sfidare” dice l’imprenditore romano che lancia un appello ai media: “Aiutateci a far capire la verità e cioè che sulle piste c’è sicurezza, intorno a questo comparto ci sono aziende importanti per l’ economia regionale”.