L’uso di alcol all’inizio della gravidanza può essere un fattore di rischio per la gastroschisi, ossia una condizione in cui l’intestino di un bambino si sviluppa fuori dall’addome attraverso un buco vicino all’ombelico. Questi sono i risultati di uno studio condotto da Jean Ricci Goodman, Dottoressa di medicina materno-fetale presso la Loyola Medicine (Stati Uniti).
Nello studio sono state realizzate ecografie di routine a metà gravidanza per analizzare l’impatto di una scarsa nutrizione materna, dell’esposizione ambientale e degli stimolanti vasoattivi (farmaci che possono aumentare o abbassare la pressione sanguigna) come potenziali fattori di rischio per la gastroschisi. Lo studio è stato condotto da settembre 2010 a giugno 2012 e sono stati diagnosticati 38 casi della condizione. Di questi, 30 sono stati inclusi nell’analisi, con 76 casi di controllo.
Tra i casi analizzati, non sono stati trovati collegamenti in nessuno dei due gruppi tra l’uso di farmaci illegali, da prescrizione o da banco e la gastroschisi. Neanche la dieta e l’esposizione ambientale sembrano essere fattori di rischio. Tuttavia, l’uso di alcol un mese prima e/o all’inizio della gravidanza nelle madri con casi di gastroschisi dimostrava un notevole aumento nelle probabilità di sviluppo della condizione nei bambini (36.7% nei casi di gastroschisi contro il 18.4% nel gruppo di controllo).
I bambini nati con gastroschisi sono a rischio di altre anomalie nell’apparato gastrointestinale e in altri organi. Studi precedenti hanno indicato un aumento di casi nelle donne provenienti da ambienti svantaggiati a livello sociale con deficit nutrizionali. Mentre c’è stato un aumento in tutte le fasce di età e in tutte le etnie, l’aumento più grande (200% nell’ultimo decennio) si è verificato tra le donne afro-americane non ispaniche al di sotto dei 20 anni.
La Dott.ssa Ricci Goodman ha dichiarato: “I casi di gastroschisi sono aumentati in tutto il mondo per 30 anni. È importante capire il perché di questa tendenza e sviluppare misure per prevenirla”.