L’aspartame è un additivo alimentare utilizzato per molto prodotti come bevande, gomme da masticare, prodotti lattieri, di pasticceria, dietetici e per il controllo del peso, oltre ad essere impiegato come edulcorante da tavola. Infatti, questo dolcificante ha la capacità di dolcificare circa 200 volte in più rispetto allo zucchero, ed è anche a basso tenore calorico. Come avviene per gli altri additivi, anche per l’aspartame esiste una dose giornaliera accettabile, espressa in mg/kg peso corporeo/giorno pari a 40 mg/kg/giorno. L’aspartame è ottenuto da due aminoacidi naturali: la fenilalanina e l’acido aspartico, dove vengono assorbiti rapidamente dall’organismo all’interno dell’intestino.
L’aspartame produce circa il 10% di metanolo, una sostanza ritenuta tossica; tuttavia, molte delle controversie sulla presunta neurotossicità dell’aspartame (turbe dell’equilibrio, disturbi dell’umore, nausea, cefalea,visione indistinta) riguardano proprio la liberazione di metanolo; i più a rischio sarebbero i bambini. Nei prodotti alimentari, l’aspartame è spesso indicato con la sigla E951. Grazie alle ricerche scientifiche inerenti la presunta tossicità (che a dire il vero si ripetono, tra conferme e smentite, ormai da moltissimi anni), l’aspartame è stato spesso sostituito con altri dolcificanti artificiali, come il sucralosio. Tutt’oggi non esiste alcuna certezza sulla presunta cancerogenicità dell’aspartame, che continua ad essere considerato un dolcificante sicuro dalla FDA (il più importante ente statunitense e mondiale preposto alla regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) e dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), però le raccomandazioni sono sempre quelle di non abusare di sostanze contenenti aspartame oltre i limiti raccomandati.