La caffeina è la sostanza psicoattiva più consumata al mondo, dal forte potere energizzante e stimolante per il nostro cervello. Il solo profumo di caffè è sufficiente a farci svegliare e uscire dal piumone e iniziare bene la giornata. Molte persone, amanti del caffè, tendono ad abusare di questa sostanza non preoccupandosi minimamente se faccia bene o male alla salute. Allora cerchiamo di capire le dosi da non superare e i benefici che apporta all’organismo.
Quando beviamo una tazzina di caffè, la caffeina presente si diffonde rapidamente nel nostro corpo arrivando in una manciata di minuti al cervello, dove si lega ai recettori che di norma ricevono l’adenosina, una sostanza chimica prodotta dall’organismo che induce sonnolenza. Ecco perché il caffè fa passare transitoriamente la sensazione di stanchezza: agisce come un freno momentaneo all’impulso a dormire. Dopo 45-60 minuti dopo l’assunzione, arriva il picco di concertazione di caffeina nel sangue. Le proteine recettori dell’adenosina nel cervello sono anche collegate ai recettori della dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nel circuito del piacere e nelle sensazioni di buon umore. La caffeina rende i recettori più sensibili alla dopamina, provocando un effetto di benessere una volta assunta. La ricerca scientifica è ormai certa dei benefici della caffeina, infatti chi assume caffè Chi assume caffè quotidianamente senza abusarne, per una vita intera, appare più protetto da malattie degenerative come Alzheimer e Parkinson. Le persone che bevono regolarmente caffè hanno una vita più attiva, e sarebbero per questo più protette dalle condizioni neuro degenerative. Per godere di tutti i benefici che apporta la caffeina, senza disturbi del sonno o per la salute, la scienza suggerisce di non assumerne più di quella contenuta in tre, quattro tazzine di caffè al massimo. Ovviamente questo vale per le persone in buono stato di salute, per chi ha problemi di pressione alta o di cuore, per i bambini e le donne in gravidanza, vale la regola di una maggiore cautela o anche dell’astensione.