Spargere grandi quantità di sale nell’atmosfera potrebbe prevenire i cambiamenti climatici, secondo la proposta di un gruppo di ricercatori. Hanno suggerito che, poiché il sale è molto rifrangente, potrebbe riflettere la luce solare nello spazio, contribuendo a raffreddare la Terra.
Ma altri climatologi non ne sono così sicuri. Quest’idea rientra nella categoria della geoingegneria, ossia un tentativo su larga scala di cambiare l’ambiente come mezzo per contrastare i cambiamenti climatici. Michael Mann, professore di meteorologia presso la Penn State University, ha dichiarato: “È un’idea interessante, ma la maggior parte di questi schemi, anche se appetibile all’apparenza, è piena di potenziali conseguenze indesiderate se li si analizza in dettaglio”.
La proposta del sale, proveniente, in parte, da Robert Nelson, scienziato del Planetary Science Institute, è più un tentativo estremo che potrebbe essere usato per contrastare i cambiamenti climatici, nel caso in cui gli umani non riuscissero ad abbassare le emissioni di gas serra, come quelle di biossido di carbonio, che stanno contribuendo all’aumento delle temperature sulla Terra. L’idea è quella di spargere sale nella troposfera superiore, lo stato atmosferico che la maggior parte degli aerei commerciali sorvola a causa delle sue condizioni meteorologiche e delle nuvole.
Altri scienziati avevano proposto di infondere minuscole particelle, conosciute come aerosol, nella stratosfera, la regione sopra la troposfera, per raffreddare il pianeta. In effetti, sia le particelle di aerosol che il sale da cucina, potrebbero agire come gli aerosol naturali che raffreddano il pianeta dopo un’eruzione vulcanica. Nei suoi studi, Nelson ha scoperto che, se ridotto in piccole particelle e rilasciato nella troposfera superiore, il sale non bloccherebbe il calore infrarosso rilasciato dalla Terra (che contribuisce a raffreddare il pianeta) e inoltre non è dannoso per l’uomo.
Ma la proposta è ancora alle sue prime fasi e richiede ulteriori ricerche per verificare la sua applicabilità. Mann spiega che il sale contiene cloro, che potrebbe peggiorare il buco dell’ozono. Anche se non contribuisce ai cambiamenti climatici, il buco dell’ozono è pericoloso per la salute umana perché permette il passaggio della radiazione ultravioletta.
Simon Tilmes, scienziato del National Center for Atmospheric Research di Boulder (Colorado) ha aggiunto che il sale include iodio, un elemento che non solo potrebbe influenzare la chimica dell’ozono nella troposfera, ma anche le reazioni chimiche nella stratosfera. “La rifrangenza del sale è stata misurata solo in laboratorio finora e non sappiamo come cambierebbero le sue proprietà al momento del rilascio. Non è chiaro nemmeno quanto sale sarebbe necessario per ridurre la temperatura superficiale o come interagirebbe con il vapore acqueo, le nuvole e l’atmosfera in generale, per citare qualche incognita”, ha spiegato Kelly McCusker, climatologa presso il Rhodium Group (New York).
McCusker e Mann concordano sul fatto che il miglior modo per combattere il cambiamento climatico causato dall’uomo è ridurre le emissioni di gas serra a livello globale. Le parole di Mann: “L’unico modo sicuro per combattere il cambiamento climatico è affrontare la causa alla radice: il nostro continuo ricorso ai combustibili fossili”.
Nelson pianifica ulteriori studi sull’applicabilità del progetto ma è anche consapevole che il sale non può risolvere le sfide a lungo termine dei cambiamenti climatici della Terra: “È un palliativo, non una soluzione”.