Cannabis: danni irreversibili al cervello

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Secondo uno studio australiano, il consumo di cannabis  provocherebbe problemi legati alla memoria e all’attenzione, determinando un calo del Qi (Quoziente Intellettivo) legati all’uso persistente di marijuana durante la fase adolescenziale. La ricerca ha monitorato un gruppo di soggetti che hanno consumato cannabis nell’adolescenza e hanno continuato per anni. L’indagine ha rilevato che, dopo anni di spinelli, i giovani hanno mostrato in media una diminuzione del Qi di 8 punti dai 13 anni ai 38 anni nei test che misurano il quoziente intellettivo. La cosa grave è che smettere di fumare non sembra invertire la situazione, ovvero il cervello durante l’adolescenza è ancora in fase di organizzazione, dunque secondo la ricerca la marijuana può essere più vulnerabile ai danni da farmaci e sostanze psicoattive.

A 38 anni tutti i partecipanti allo studio sono stati sottoposti a una serie di test psicologici per valutare la memoria, la velocità di elaborazione, il ragionamento e l’elaborazione visiva. I soggetti che avevano abusato di cannabis fin da adolescenti hanno ottenuto i risultati peggiori nella maggior parte dei test. Inoltre, amici e parenti intervistati per lo studio riferivano che i forti e precoci consumatori di cannabis avevano problemi di attenzione e memoria. Secondo i ricercatori i risultati ottenuti non sono affatto rassicuranti perché il quoziente d’intelligenza elevato è correlato a una maggiore istruzione, a un reddito più elevato, a una salute migliore e a una vita più lunga. Chi perde 8 punti di quoziente d’intelligenza da adolescente può essere svantaggiato rispetto ai coetanei negli anni a venire, causando danni permanenti al cervello.

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