Clima, l’ambizione dell’OCSE: quasi zero emissioni di carbonio per il trasporto marittimo entro il 2035

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L’impiego di tutte le attuali tecnologie conosciute potrebbe rendere possibile la quasi totale decarbonizzazione del trasporto marittimo entro il 2035, secondo un nuovo rapporto pubblicato dal Forum Internazionale dei Trasporti dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

4 diversi percorsi di decarbonizzazione esaminati nello studio ridurrebbero le emissioni di CO? del trasporto marittimo internazionale tra l’82% e il 95% rispetto al livello attualmente previsto per il 2035. Questa riduzione equivale alle emissioni annue di 185 centrali a carbone.

Carburanti alternativi ed energia rinnovabile possono produrre la maggior parte delle riduzioni richieste. I biocarburanti attualmente disponibili dovrebbero essere integrati da altri combustibili naturali o sintetici, come metanolo, ammoniaca e idrogeno. L’assistenza eolica e la propulsione elettrica hanno dimostrato di poter portare ulteriori riduzioni.

combustibili marini trasporto marittimoLe misure tecnologiche per migliorare l’efficienza energetica delle navi potrebbero produrre una parte significativa delle riduzioni necessarie. Le opzioni includono, tra le altre cose, miglioramenti del  design degli scafi, lubrificazione ad aria e prue a bulbo. Miglioramenti operativi, come velocità delle navi ridotte, un coordinamento nave-porto più fluido e l’uso di navi più grandi e più efficienti potrebbero portare ulteriori ed importanti riduzioni delle emissioni.

Il raggiungimento del livello di zero emissioni nel settore della navigazione entro il 2035 è la proposta più ambiziosa attualmente sul tavolo delle negoziazioni dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO). Questo rapporto, condotto con il supporto dell’European Climate Foundation, annulla, dunque, le argomentazioni del Giappone, secondo cui si potrebbe raggiungere una decarbonizzazione del settore solo del 50% e solo entro il 2060.

Il rapporto dell’OCSE combatte anche le argomentazioni di altri Paesi, come Argentina, Brasile, Cina, Ecuador, India, Nigeria, Arabia Saudita, Sud Africa e Turchia, secondo cui imporre un “limite assoluto” alle emissioni di carbonio del trasporto marittimo ostacolerebbe il commercio mondiale.

I risultati di tale rapporto saranno discussi la prossima settimana a Londra nell’ambito dei negoziati dell’IMO. Nel frattempo, 36 paesi da tutto il mondo, compresa l’Italia, hanno firmato la dichiarazione di Tony de Brum sulla necessità di raggiungere un accordo ambizioso per decarbonizzare il trasporto marittimo e a questi si sono aggiunti di recente altri 8 paesi, raggiungendo la quota di 44 firmatari.

Nonostante la loro rilevanza, le emissioni del trasporto marittimo non sono state prese in considerazione nell’Accordo di Parigi. Secondo l’IMO, senza interventi, tali emissioni potrebbero aumentare fino al 250% entro il 2050, trainate dalla crescita prevista del commercio mondiale.

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