Morte Astori: cosa è la bradiaritmia e da cosa viene determinata

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Il decesso di Davide Astori a causa di una morte cardiaca senza evidenze macroscopiche ha suscitato un forte turbamento da parte di tutto il mondo. A seguito dell’autopsia, si è accertato che il cuore del calciatore della Fiorentina ha lentamente rallentato il suo battito fino a fermarsi. La morte improvvisa, di cui il calciatore è stato vittima, è stata causata da un meccanismo denominato bradiaritmia, ossia assenza di battiti. Secondo il dottor Patrizio Mazzone, cardiologo dell’unità di aritmologia ed elettrofisiologia cardiaca all’ospedale San Raffaele di Milano, tale fenomeno può verificarsi a causa di patologie organiche o genetiche non sempre intercettate, solo in alcuni casi si possono osservare con manifestazioni di capogiri o svenimenti. Quando il cuore rallenta possono verificarsi pause di alcuni secondi, e poi riprendere il battito, oppure il cuore rallenta fino a fermarsi.

La bradiaritmia, è un disturbo che colpisce principalmente gli atleti, il cui allenamento porta al cuore ad avere un battito più lento del normale, intorno a 50-60 battiti al minuto. In questi casi, spiega il professore Valerio Sanguigni, cardiologo e docente di medicina interna all’Università di Roma Tor Vergata, il ritmo del cuore può scendere al di sotto della soglia di sicurezza, soprattutto durante la notte e causare conseguenze anche fatali. Rallentando il battito cardiaco, fino a 30-35 battiti al minuto, si possono determinare delle pause troppo lunghe e portare ad un arresto cardiaco, oppure alla interruzione dell’ossigenazione del cervello con conseguenti ischemie. In questi casi, è opportuno contrastare questo problema con l’interruzione delle attività sportive o con l’applicazione di pacemaker.

Le aritmie lente possono essere causate da diverse malattie legate alla trasmissione dell’impulso cardiaco, ad esempio cardiomiopatie, oppure malattie genetiche come la laminopatia (un disturbo del cuore che non si contrae bene e si verifica un blocco nel passaggio dell’elettricità tra l’atrio e il ventricolo), o la sindrome di Brugada dove le aritmie insorgono soprattutto durante la notte.

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