Elezioni politiche, il Centro/Destra vince con il 37,4% con il boom Salvini al 18%. Movimento 5 Stelle secondo con il 32%, Pd al 19%

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Sono ormai quasi definitivi i risultati delle elezioni politiche che hanno visto ieri al voto il 73% degli italiani aventi diritto. Il Centro/Destra supera il 37% e potrebbe essere l’unica forza a tentare di mettere in piedi un governo. Bisogna però ancora aspettare le ripartizioni dei seggi per capire quant’è vicina la maggioranza nelle due camere del parlamento italiano. Intanto i dati ufficiali parlano chiaro:

Senato

  • Centro/Destra 37,47% (Lega 17,94%, Forza Italia 14,41%, Fratelli d’Italia 4,27%, Noi con l’Italia 1,19%)
  • Movimento 5 Stelle 31,98%
  • Centro/Sinistra 23,20% (Pd 19,28%, + Europa 2,38%)
  • Liberi e Uguali 3,30%

Camera

  • Centro/Destra 37,01% (Lega 17,75%, Forza Italia 13,92%, Fratelli d’Italia 4,35%, Noi con l’Italia 1,30%)
  • Movimento 5 Stelle 32,31%
  • Centro/Sinistra 23,14% (Pd 18,92%, + Europa 2,59%)
  • Liberi e Uguali 3,43%

Oltre al Centro/Destra, soltanto Movimento 5 Stelle, Pd e Liberi e Uguali riescono a superare la soglia di sbarramento utile ad eleggere deputati e senatori (che, tra l’altro, di Liberi e Uguali saranno pochissimi visto il risultato estremamente deludente). L’unica coalizione che può tentare di raccogliere i numeri per governare è il Centro/Destra: servono 165 senatori e 330 deputati. Secondo le prime proiezioni, la coalizione potrebbe raggiungere 150 senatori e 270 deputati, a un passo dalla maggioranza al Senato, un po’ più lontano alla Camera. Ma in questo conteggio mancano i senatori eletti nella circoscrizione estero.

Tutti gli altri, compreso il Movimento 5 Stelle che è il primo partito col 32%, è lontanissimo dai numeri utili per governare: dovrebbe eleggere circa 110 senatori e 220 deputati. E tra questi ci sono i candidati già espulsi per lo scandalo “rimborsopoli”, che paradossalmente potrebbero transitare in un gruppo misto e supportare altre maggioranze. Pur essendo il primo partito, infatti, il Movimento 5 Stelle con la scelta di non allearsi decide di non governare a prescindere dal risultato elettorale.

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