Il Centro/Destra ha vinto le elezioni politiche 2018 con un consenso superiore al 37%: all’interno della coalizione spicca il dato della Lega di Matteo Salvini che sfiora il 18% e supera di quasi quattro punti percentuali Forza Italia, fermo al 14%. Il Movimento 5 Stelle è il primo partito al 32%, ma da solo e senza alleanze politiche ha meno seggi del Centro/Destra e non potrà in alcun modo ambire a governare il Paese. Il Centro/Destra, invece, è molto vicino alla maggioranza sia alla Camera che soprattutto al Senato, e Salvini ha confermato l’intenzione di non volere accordi strani al di fuori della coalizione presentata agli elettori.
La Lega ha ottenuto consensi elevatissimi un po’ in tutto il Paese. Ecco i dati del partito Regione per Regione:
Veneto 31,8%
Lombardia 28,3%
Friuli Venezia Giulia 25,5%
Piemonte 22,8%
Liguria 20,5%
Umbria 20,2%
Emilia Romagna 19,5%
Trentino Alto Adige 19,1%
Valle d’Aosta 17,8%
Toscana 17,7%
Marche 17,60%
Abruzzo 14,2%
Lazio 13,7%
Sardegna 11,67%
Molise 8,5%
Basilicata 7,4%
Puglia 6,6%
Calabria 5,9%
Sicilia 5,5%
Campania 4,6%
Commentando il voto dal quartier generale della Lega, in vi Bellerio a Milano, Salvini stamattina ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Sono e rimarrò populista: chi ascolta il popolo fa il suo dovere. Di ‘radical-chic’ gli italiani non ne hanno più voglia. Adesso la squadra con cui ragionare e governare è quella di centrodestra, perchè è la coalizione a cui mancano meno numeri per avere la maggioranza alla Camera e al Senato. A seggi chiusi lavoreremo perchè la squadra più vicina arrivi a essere maggioranza. Ci sono collegi dove vinci o perdi per cinquanta voti e vogliamo avere il quadro chiaro”.
“Io sono uno che mantiene la parola data e l’impegno preso riguarda la coalizione di centrodestra, che ha vinto e che può governare. All’interno del centrodestra credo che tutti debbano essere contenti, il centrodestra ha vinto e può governare. Io uso mantenere la parola data e non farò parte di coalizioni strane. Ho detto che avrei parlato con tutti ma non siamo usi a cambiare idea ogni quarto d’ora. La lega ha vinto nel centrodestra e resterà alla guida del centrodestra. Non ho sentito Berlusconi, lo faro’ dopo, ma gli accordi tra amici sono chiari. Quello faremo e farà… Non commento le debacle altrui: l’arroganza di Renzi è stata punita e adesso non vedo l’ora di iniziare a governare io. L’accordo interno alla coalizione era che chi avrebbe preso un voto in più avrebbe avuto la leadership. Il governo di Renzi gli italiani non l’hanno capito nè votato. Adesso ovviamente sarà il presidente della Repubblica a scegliere qual è il presidente del Consiglio che ha numeri più vicini alla realtà. Non ho mandato liste di ministri via mail e non do suggerimenti. Per quanto ci riguarda, escludo governi di scopo, a tempo, istituzionali. Non partecipiamo a governi minestrone. Oggi comincia un bel percorso, è una bellissima giornata di sole. Ora comincia il ritornello dello spread. Per l’Italia decidono gli italiani, non lo spread, Berlino o Bruxelles. I mercati non hanno nulla da temere: con meno tasse e burocrazia l’Italia può diventare il paradiso di chi vuol fare impresa. Penso che nei prossimi cinque anni l’Italia ha la possibilità di diventare un paese efficiente, moderno e federale. Questo fa bene sia a Verona sia a Bari, in Abruzzo e Lamezia Terme. Il voto di ieri dice che per l’Italia decidono gli italiani e i mercati non hanno nulla da temere. L’euro è e rimane una moneta sbagliata e una scelta sbagliata, lavoreremo per cambiare trattati Ue. Abbiamo bene in testa che il sistema moneta unica è destinato a finire, vogliamo arrivare preparati. Ringrazio Junker per le parole spese in campagna elettorale, perchè più parla e più voti prendiamo. Speriamo resti presidente della Commissione europea il meno possibile“.
Il segretario Matteo Renzi parlerà nel pomeriggio: una conferenza stampa in cui dirà la sua sul risultato elettorale e farà il punto sul suo futuro a capo del partito. L’ipotesi di un passo indietro era stata scartata alla vigilia del voto, quando nessuno immaginava il crollo a cui si è assistito nel corso della notte. Alla luce dei dati, la parola “dimissioni” ha cominciato però a circolare fra gli ambienti dem, ma dai vertici del partito fanno sapere che Renzi, “non deciderà da solo“, si consulterà con gli alti gradi del partito. Le ipotesi sono tutte in campo, ma dal Nazareno invitano ad attendere le parole del segretario.