Sono tanti i casi di femminicidio ogni anno in Italia, così come altrettanto tragico è il numero di donne vittime di violenze. Se avete il sospetto o conoscete una donna vittima di violenza, alcuni segnali psicologici ed esteriori potrebbero contribuire ad avvalorare il vostro presentimento. Se la donna in questione è una vostra parente o amica, nell’interloquire con lei prestate attenzione a suoi eventuali stati d’ansia, attacchi di panico, depressione stress, perdita di autostima, autocolpevolizzazione; e a segni fisici come bruciature, lividi, contusioni, fratture, aborti spontanei, disordini alimentari. Approcciatevi direttamente con lei, chiedendole se subisce violenze, dicendole che credete in ciò che sta raccontando. Fatele capire che la violenza non va giustificata e non stupitevi del fatto che la vittima possa avere sentimenti contrastanti verso il suo carnefice (spesso si tratta del marito, del convivente o dell’ex), contrapponendo, nei suoi confronti, stima e odio, volontà di chiudere la relazione e speranza di riconciliazione, amore e paura.
Domandatele da quanto avviene la violenza, se è aumentata nel corso del tempo, quanto è grave, se sono presenti armi in casa. Fatele capire che non è una cattiva madre se protegge i suoi figli dalle violenze consumate spesso sotto i loro occhi, e fornitele il numero del centro antiviolenza più vicino o, se non lo conoscete, quello del 1522 che fornirà le giuste informazioni sul centro antiviolenza più vicino.