L’edizione 2018 della Giornata Mondiale dell’Acqua che si celebra oggi è dedicata al tema “Nature for Water” e vuole focalizzare l’attenzione sulle soluzioni naturali per conservare, riutilizzare e tutelare le risorse idriche, riducendo il rischio di inondazioni, siccità e inquinamento. “Il CNR, con la sua multidisciplinarietà promuove filiere tra ricerca, applicazioni, tecnologia, industria, con un approccio orientato alla soluzione dei numerosi problemi che affliggono le acque”, dichiara Vito Uricchio, direttore CNR-IRSA. “Il destino dell’uomo è intrinsecamente correlato alla disponibilità idrica e dunque un’adeguata gestione interessa tutti. Non esiste una soluzione universale, ma una serie di strumenti con cui contribuire alla ricerca di un equilibrio sostenibile tra domanda e offerta”.
“La natura agisce attraverso cicli chiusi e non conosce rifiuti. I temi dell’economia circolare trovano nell’acqua un archetipo consolidato e importantissimi spazi di conoscenza e di ricerca e sviluppo: CNR–IRSA è fortemente impegnato per trasformare i prodotti di scarto in materie prime ed energia, con esperienze quali il recupero del fosforo (in via di esaurimento) dai reflui, la produzione di biogas, biometano e bioplastiche dai sottoprodotti dei fanghi di depurazione o dai rifiuti, il riutilizzo spinto delle acque reflue nel comparto agricolo, industriale e spaziale”, afferma il Direttore del CNR–IRSA.
Nell’estate 2017, la quarta più asciutta degli ultimi due secoli, le ondate di calore sono state più frequenti e più intense in 571 città europee, con un triste primato per Roma e con un incremento della siccità nell’Europa meridionale. Le analisi mostrano che 0,5 °C di temperatura media in più aumentano di quasi 2,5 volte la probabilità di eventi mortali con oltre 100 vittime per gli effetti diretti delle temperature, a prescindere da siccità, alluvioni e altri danni.
Le certezze relative ai cambiamenti climatici ed ambientali rendono imprescindibili scelte strategiche incardinate su solide basi scientifiche e opportuni indirizzi di adattamento, tra cui:
- promuovere la conservazione naturale dell’acqua, il riutilizzo delle risorse idriche, il controllo delle perdite e gli investimenti nelle reti idriche e nelle infrastrutture;
- favorire l’aggregazione di attività di sorveglianza;
- promuovere l’efficienza dell’uso dell’acqua in tutti i settori (agricolo, industriale, potabile);
- evitare le perdite fisiche ed amministrative;
- promuovere nei Distretti politiche intersettoriali, regionali, nazionali e sub-nazionali;
- sostenere l’adozione e l’attuazione di un approccio basato sui rischi nel settore dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari (i piani di sicurezza dell’acqua, i sanitation safety plans);
- sostenere la modellazione e il monitoraggio di eventi pericolosi dalla siccità sino alle fioriture di alghe e la produzione di tossine nell’ambiente acquatico;
- valutare gli aspetti sanitari legati ad eventi estremi e riferiti al rilascio di patogeni prevenendo gli effetti sulla qualità da inondazioni.
“L’acqua è molto più di un bene commercializzabile, è un elemento di vita”, conclude Uricchio. “Le norme alimentano un sistema di tutela e valorizzazione ecologica e la direttiva approvata lo scorso 16 marzo sottolinea la centralità dell’acqua nelle interazioni dei temi ambientali con quelli dello sviluppo economico. Gestire l’acqua in modo sostenibile significa creare nuovi equilibri tra risorse idriche, bisogni primari dell’uomo, sviluppo e ambiente”.