La vita di Stephen Hawking, dalla sua nascita ad Oxford l’8 gennaio 1942, è stata caratterizzata da una serie di clamorose coincidenze rispetto alla vita di altri grandi scienziati che hanno fatto, con le loro scoperte e la loro mentalità, progredire l’umanità. Parlare di “coincidenze” ricordando una personalità assolutamente scientifica e razionale come Hawking potrebbe sembrare addirittura offensivo rispetto ai contenuti che lo scienziato britannico ha sempre sostenuto e divulgato, ma il mondo intero resta ammirato di fronte a questi riferimenti storici e siamo sicuri che anche lo stesso Hawking, con il suo spirito ironico e simpatico, oggi apprezzerebbe.
Tutto inizia proprio dalla sua nascita, ad Oxford “benché i miei genitori abitassero a Londra, perché Oxford era un posto più favorevole in cui nascere durante la seconda guerra mondiale: c’era infatti un accordo per cui i tedeschi non avrebbero bombardato Oxford e Cambridge e gli inglesi avrebbero analogamente risparmiato dalle bombe Heidelberg e Göttingen. È un peccato che un accordo così civile non sia stato esteso anche ad altre città“, raccontava sempre Hawking. Venne al mondo l’8 gennaio 1942, esattamente 300 anni dopo la morte di Galileo che appunto l’8 gennaio 1642 moriva sulla collina fiorentina di Arcetri. “Stimo però che quello stesso giorno devono essere nati circa duecentomila altri bambini. Non so se qualcuno di loro abbia in seguito manifestato un qualche interesse per l’astronomia” commentava Hawking.
Quello che non ha potuto commentare, però, è che oggi, 14 marzo 2018, è morto nel giorno del compleanno di Einstein, che era nato il 14 marzo 1879 a Ulma in Germania. Esattamente 139 anni fa. Il 14 marzo è una data molto importante per la scienza, che ogni anno festeggia il “Giorno del Pi greco”, la costante del rapporto tra circonferenza di un cerchio e il suo diametro che è 3,14 e nella lettura americana del calendario è appunto il 14° giorno del 3° mese dell’anno. Il primo a calcolare il valore del Pi greco fu il matematico siracusano Archimede. Fu poi Newton a perfezionarlo aggiungendo le prime 16 cifre decimali. Newton insegnò matematica all’Università di Cambridge, in Inghilterra: sulla stessa cattedra Hawking ha insegnato per trent’anni, dal 1979 al 2009.
Infine c’è il calcolo del quoziente d’intelligenza di Stephen Hawking: secondo i test standard, era 160 o 165 punti, lo stesso che molti biografi attribuiscono proprio a a Einstein e Newton. Galileo è stimato addirittura in 185. Secondo gli studi del grande psicologo francese Alfred Binet, un quoziente d’intelligenza “normale” varia tra gli 85 e 115 punti e solo l’1% delle persone al mondo registrano un quoziente d’intelligenza che supera i 135 punti. Nei tempi in cui viviamo un appiattimento socio-politico e culturale, con il diffondersi delle più primitive dottrine secondo cui “uno vale uno“, non dobbiamo mai dimenticarci di questi grandi insegnamenti storici e scientifici.