Nuove rivelazioni sulla terribile malattia che ha provocato la morte di Fabrizio Frizzi: “quel male incurabile”

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Oggi 28 Marzo alle ore 12:00 si sono svolti i funerali del celebre conduttore Fabrizio Frizzi, dove centinaia di persone si sono riunite nell’area circostante alla Chiesa degli Artisti per dare l’ultimo saluto all’amatissimo conduttore. Presenti anche molti volti noti, amici di Fabrizio, come Giancarlo Magalli, Massimo Giletti, Antonella Clerici, Milly Carlucci, Max Biaggi, Paolo Bonolis, Amadeus, Massimo Ranieri, Max Giusti, Marino Bartoletti. “Un fratello“: così ha commentato Carlo Conti, visibilmente commosso, entrando nella Chiesa degli artisti. Non è riuscito a dire nient’altro sull’amico scomparso, a cui era molto legato.

Fabrizio Frizzi combatteva da mesi contro una malattia della quale si era trovato a parlare in seguito al malore dell’ottobre scorso, quando fu costretto ad abbandonare temporaneamente la conduzione del quiz di Rai Uno L’Eredità. Molti amici sapevano del suo stato ma rispettavano la volontà di Fabrizio di non parlarne  forse per la speranza di una possibile guarigione. L’amico Giancarlo Magalli ha parlato in un post pubblicato su Facebook, in cui ha descritto le qualità umane e morali del grande Frizzi. Lui stesso ha affermato che sapeva del suo malessere e della battaglia disperata che stava attraversando, “però Fabrizio non voleva che se ne parlasse per paura di dover smettere di lavorare e tutti gli amici, compresa la Rai, hanno rispettato questo suo desiderio. La sua paura più grande -continua Magallinon era andarsene, ma il pensiero di lasciare la moglie Carlotta e la figlia Stella di soli 5 anni“.

Purtroppo la morte di Fabrizio Frizzi non è ancora chiara ma, secondo quanto riportano Libero e Dagospia, pare fosse un tumore cerebrale inoperabile. Lui stesso dichiarò che stava lottando e che non era ancora guarito. Fabrizio sapeva di avere un tumore cerebrale e che il suo non era stato soltanto un accidente vascolare, scrive Dagospia. Quella ischemia che lui stesso aveva raccontato era solo il primo campanello di allarme di una patologia che purtroppo non era operabile, ma che aveva segnato i presupposti della sindrome neurologica che lo ha condotto all’emorragia fatale.

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