In due settimane è caduta dal cielo oltre un quarto dell’acqua precipitata nel corso di tutto il 2017 in Italia. Quello che adesso è un grosso problema dovrà però diventare risorsa, per fronteggiare la stagione di siccità nei campi coltivati. A sostenerlo la Cia-Agricoltori Italiani che continua a monitorare le realtà territoriali per verificare l’entità dei danni economici nelle aziende. L’eventuale mancanza d’acqua nel periodo estivo, infatti, potrebbe divenire una questione ancora più preoccupante dell’attuale maltempo per le nostre produzioni.
L’agricoltura italiana, intanto, registra perdite a più livelli – spiega Cia – le più gravi provocate dal gelo che ha bruciato le orticole e provocato stress termici agli alberi da frutto: i danni sono già quantificabili in centinaia di milioni di euro.
Non c’è tregua per il settore primario, da tre anni funestato da eventi calamitosi: dai terremoti alle nevicate straordinarie alle alluvioni, a cui si sono sommati periodi di prolungata siccità. Così, al conto dell’agricoltura mancano circa 2,5 miliardi di euro dal 2015 a oggi.
Ma superato l’effetto Burian, che ha accompagnato l’ultima ondata di maltempo in Italia, si potrebbe profilare un’altra problematica all’orizzonte: settimane senza piogge regolari. Per irrigare i terreni coltivati serve acqua – sottolinea Cia – quindi è fondamentale che la grande quantità di pioggia, caduta in questa fase, sia ora ben governata e diventi una risorsa nei prossimi mesi.
In attesa di nuovo Piano irriguo nazionale – che auspicano gli agricoltori – con importanti interventi infrastrutturali, diventa importantissimo riattivare rapidamente gli impianti collinari, molti dei quali sono stati colpevolmente abbandonati e dismessi. Si tratta di migliaia di mini invasi(circa tremila solo nel Centro Italia) che porterebbero ristoro nei campi nei periodi siccitosi.
Al di là dei danni subiti dalle aziende agricole, alle quali bisognerà garantire risarcimenti adeguati, bisogna saper programmare per dare risposte rispetto a eventi climatici che non possono più essere definiti straordinari. Le risorse economiche per l’acqua in Italia ci sono – conclude la Cia – ma le azioni finanziate spesso non portano acqua nei campi, dove servirebbe. Si tratta di oltre 2 miliardi di euro stanziati tra Piano irriguo nazionale, Piano Nazionale di Sviluppo Rurale (PSRN) e Fondo Investimenti.