Meteorologia: la casuale scoperta dei riscaldamenti stratosferici

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Durante i primi anni della seconda guerra mondiale, aerei impiegati  in  missioni di volo ad alta quota  evidenziarono dati meteorologici insoliti. Una volta tornati alla base di partenza l’equipe scientifica nel monitorare quanto gli strumenti meteo di bordo avevano rilevato, si mostrarono piuttosto dubbiosi a causa della variabile temperatura che delineava un profilo non conforme alle normali aspettative. A quei tempi, circa 80/90 anni or sono, alcuni settori specifici della scienza meteorologica non erano sufficientemente chiari , specie per quanto riguardava la  conoscenza della Media e alta stratosfera e non sempre si trovavano risposte sulle cause di alcuni fenomeni che qui si verificavano. A tale scopo si pianificarono altri voli nell’intento di effettuare ulteriori  rilevamenti. Le successive letture dei dati termici confermarono l’esistenza di  un fenomeno sino ad allora non  individuato neanche  dai palloni sonda in grado, questi,  di salire  a quote anche molto alte ( 30-35Km). Esplodendo per dilatazione, il pallone scende poi lentamente (una stazione meteo in miniatura è agganciata ad un paracadute) verso terra. Lungo tutta la fase di caduta, la stazione meteo scandaglia l’intera stratigrafia fisica dell’atmosfera che attraversa. Quelle ripetute missioni di volo ad alta quota degli anni 1940 segnarono pertanto l’inizio di tutti gli approfondimenti successivi per lo studio dell’alta atmosfera i non solo. Oggi per esaminare tutta la colonna d’aria che ci sovrasta  si utilizzano anche i razzi sonda (toccano quote intorno  ai 80/90 km. di altezza ed oltre). Questi lanci, assai costosi per la verità, sono in grado di rilevare, mediante la lettura di specifici messaggi meteo detti Strat-Alert, se vi siano o no forti anomalie termiche, cioè in ultima analisi se si sia in presenza   dei Riscaldamenti Stratosferici (Stratospheric Warming )  fenomeni che  in genere  si manifestano nel periodo novembre/marzo per l’emisfero Boreale e giugno/settembre nell’emisfero Australe.  Negli S.W. la temperatura dell’aria a circa 40/45 km. di altitudine può superare gli zero gradi segnando, in casi eccezionali, valori positivi sino a  + 10° / + 15° gradi centigradi sopra lo zero . Per chiudere un ultimo appunto: gli S.W. (se non individuati ) potrebbero influire negativamente ( nella fase iniziale ) anche sulla sicurezza   dei voli  spaziali.

                                                                                                    Col. Paolo Ernani

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