Parco Nazionale della Sila: seconda e ultima fase della candidatura a Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO

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Entrato a far parte della “Tentative List”, ossia dei siti candidati a divenire Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, dal 2012 il Parco Nazionale della Sila si è impegnato costantemente al rilancio della sua candidatura. Tutto questo è stato possibile anche grazie al costante appoggio della Comunità del Parco Nazionale della Sila e del Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. Fondamentali sono stati i continui contatti sia con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che con il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.

In questi anni il Parco ha continuato con grande impegno a realizzare eventi e attività a livello nazionale ed internazionale per promuovere la candidatura. Il 29 novembre scorso, presso l’UNICAL, i rappresentanti dell’ente si sono dichiarati pronti a ripresentare la candidatura come “Sito Patrimonio dell’Umanità” innanzi al Magnifico Rettore, Gino Mirocle Crisci, ad illustri esponenti della politica calabrese e a numerosi amministratori e operatori silani intervenuti per l’occasione. Ed è così che un patrimonio inestimabile come quello della Sila, la cui protezione verrebbe notevolmente rafforzata da un eventuale esito positivo del processo di candidatura, a gennaio è stato ripresentato ufficialmente dalla Commissione Italiana per l’UNESCO come candidato per il nostro paese alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO per il 2019.

La ripresentazione è stata necessaria a seguito del ritiro della precedente candidatura per questioni tecniche, che hanno determinato una rimodulazione della candidatura, riducendo l’area territoriale interessata. I problemi riscontrato dall’IUCN, organo consultivo dell’UNESCO in materia, non hanno riguardato, comunque, l’integrità del territorio né il suo stato di conservazione, ritenuti ottimali. La seconda e ultima fase della candidatura costituisce per gli “Ecosistemi forestali della Sila”, definiti dalla Commissione stessa «sede di straordinari processi ecologici che interessano gli ecosistemi delle foreste», una grande opportunità per lo sviluppo socio-economico e culturale dei nostri territori e un ulteriore strumento a garanzia della loro conservazione.

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