La rivista Molecular Cell pubblica uno studio del gruppo di ricerca di Sarah Sertic e Marco Muzi Falconi del dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale di Milano che apre a un nuovo possibile approccio per trattare i tumori.
L’esposizione ai raggi solari come ad alcuni agenti chimico-fisici, come per esempio diversi chemioterapici, danneggia il DNA delle cellule, distorcendo la doppia elica, alterando la struttura dei cromosomi e causando lo sviluppo di tumori o la morte cellulare.
Studiando i meccanismi molecolari della riparazione dei cromosomi, lo studio dell’Università Statale – condotto con il contributo dell’AIRC – ha identificato il meccanismo con cui le cellule rispondono a un tipo di danni al DNA molto pericoloso, chiamato in inglese closely opposing lesions (COLs).
Queste lesioni non sono riparabili in modo rapido ed efficiente dai normali meccanismi di riparazione del DNA e vengono aggredite da una proteina specifica, EXO1, che comincia a degradare il cromosoma. Questa attività di degradazione ha, però, un aspetto positivo perché allerta la cellula del problema e avvia la riparazione delle COLs. Al contrario, se EXO1 viene lasciata agire in modo indisturbato degrada il DNA in maniera incontrollata, portando alla rottura dei cromosomi.
Ed ecco la novità dello studio: l’identificazione delle DNA polimerasi translesione, una famiglia di proteine che, limitando l’attività di EXO1, fanno sì che le cellule riescano a riparare le COLs senza accumulare rotture cromosomiche, prevenendo la morte cellulare e l’instabilità genomica.
“Questi risultati indicano che lo sviluppo di composti che interferiscono con il meccanismo identificato dallo studio potrebbe essere rilevante nella cura dei tumori. L’utilizzo di tali sostanze, in combinazione con approcci terapeutici classici, permetterebbe di sviluppare terapie antitumorali più efficaci” – commenta Marco Muzi Falconi, biologo molecolare dell’Università Statale di Milano.