Spazio, “finali infuocati”: ecco i rientri più spettacolari dei veicoli spaziali nella storia

MeteoWeb

Si prevede che la stazione spaziale cinese fuori controllo faccia il suo rientro infuocato nell’atmosfera terrestre nella giornata di domani 1 aprile alle ore 20:30 UTC (le 22:30 italiane) con un’incertezza di ± 8 ore, disintegrandosi in quello che gli esperti promettono sarà uno show spettacolare.

Il rientro di Tiangong-1, che pesa circa 8,5 tonnellate, crea poche minacce secondo gli esperti e oggetti molto più grandi sono precipitati sulla Terra, a causa di incidenti o alla fine delle loro missioni, senza causare gravi danni in superficie. Ecco una lista dei rientri più spettacolari di veicoli che si sono disintegrati nell’impatto sulla Terra.

Skylab è stata la prima stazione spaziale americana, lanciata dalla NASA nel 1973 ed equipaggiata fino al 1974. Ci furono proposte di rinnovamento negli anni successivi, ma l’orbita del laboratorio cominciò a decadere e la NASA dovette prepararsi per il suo rientro nell’atmosfera terrestre con un controllo parziale della posizione in cui sarebbe precipitato. La discesa di Skylab (poco più di 77 tonnellate) sull’Australia fu un evento mediatico mondiale, con alcuni giornali che offrirono migliaia di dollari alle persone che avessero recuperato parti della stazione.

Lanciata nel 1986, la stazione Mir era il simbolo del successo sovietico nello spazio, nonostante una serie di incidenti e problemi tecnici. Ma le autorità russe, in difficoltà economiche dopo il collasso dell’Unione sovietica, scelsero di abbandonare il veicolo in orbita alla fine degli anni ’90 e di destinare le loro risorse alla Stazione Spaziale Internazionale. L’agenzia spaziale russa fece precipitare la stazione da oltre 124 tonnellate nell’Oceano Pacifico tra la Nuova Zelanda e il Cile e i suoi detriti incandescenti furono visti sfrecciare nel cielo sopra le Fiji.

Salyut 7, lanciata nel 1982, fu l’ultimo laboratorio in orbita del programma Salyut dell’Unione sovietica. Quando la stazione Mir fu lanciata nel 1986, le autorità spaziali sovietiche spinsero Salyut 7 verso un’orbita più alta. Sarebbe dovuto rimanere lì fino al 1994, ma un inaspettato aumento dell’attrito dell’atmosfera terrestre lo fece precipitare nel 1991. La stazione da quasi 20 tonnellate si disintegrò al rientro e le parti sopravvissute all’impatto con l’atmosfera si sparsero in Argentina.

La disintegrazione di grandi veicoli spaziali, però, non è stata sempre senza tragedie.

Impossibile non citare lo shuttle Columbia della NASA, che nel 2003 si disintegrò durante il suo rientro nell’atmosfera alla fine della missione STS-107, uccidendo tutti e 7 gli astronauti a bordo. L’ala sinistra del Columbia fu danneggiata da un detrito durante il lancio, impedendo allo shuttle di resistere alle estreme temperature generate dal rientro e causandone la distruzione. I detriti infuocati del veicolo furono catturati mentre sfrecciavano nel cielo sopra gli Stati Uniti meridionali dalle TV locali, con decine di migliaia di parti dello shuttle sparse su Texas e Louisiana.

Condividi