Rigenerazione Umana: sempre più vicini alla chiave per attivare le riparazioni autonome di cuore e altri organi vitali

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Alcuni organismi hanno la notevole capacità di rigenerare i loro tessuti. Se il cuore di un pesce o una salamandra, per esempio, viene danneggiato, le loro cellule sono in grado di dividersi e di riparare con successo l’organo danneggiato. Per quanto riguarda gli umani, nell’embrione le cellule cardiache riescono a dividersi e moltiplicarsi, permettendo la crescita e lo sviluppo del cuore. Il problema è che, subito dopo la nascita, i cardiomiociti (cellule muscolari del cuore) perdono la loro capacità di dividersi e lo stesso avviene per molte altre cellule umane, come quelle del cervello, del midollo spinale e del pancreas.

Deepak Srivastava, presidente e ricercatore del Gladstone Institutes dichiara: “Poiché molte cellule non riescono a dividersi, il corpo non riesce a sostituire le cellule che sono andate perse e questo provoca delle malattie. Se riuscissimo a trovare un modo per far dividere di nuovo queste cellule, potremmo rigenerare una serie di tessuti”. Per decenni, la comunità scientifica ci ha provato, con scarso successo. Finora, i tentativi sono stati inefficaci e scarsamente riproducibili.

Ma in un nuovo studio, Srivastava e il suo team hanno finalmente raggiunto l’obiettivo tanto desiderato, sviluppando il primo metodo efficiente e stabile per dividere i cardiomiociti adulti e riparare il cuore danneggiato da arresti cardiaci, quantomeno nei modelli animali. Srivastava e il suo team hanno identificato 4 geni coinvolti nel controllo del ciclo della divisione cellulare. Hanno scoperto che solo quando erano combinati, questi geni facevano sì che i cardiomiociti rientrassero nel ciclo cellulare, portando alla divisione delle cellule e ad una loro rapida riproduzione.

axolot salamandra rigenerazioneGli scienziati hanno testato la loro tecnica su modelli animali e cardiomiociti derivati da cellule staminali umane. Hanno dimostrato che il 15-20% dei cardiomiociti era in grado di dividersi e restare in vita grazie ai 4 geni. Srivastava dichiara: “Questo rappresenta un miglioramento notevole in termini di efficienza e affidabilità rispetto agli studi precedenti che erano in grado di provocare solo la divisione dell’1% delle cellule. Naturalmente, negli uomini, bisogna controllare con più attenzione i geni, poiché una divisione cellulare eccessiva o indesiderata potrebbe provocare tumori”. Per semplificare ulteriormente la loro tecnica, gli scienziati sono riusciti a ridurre il numero di geni interessati fino a 2, mantenendo sempre la stessa efficienza.

Il team crede che questa tecnica potrebbe essere utilizzata per indurre la divisione cellulare in altre cellule adulte, considerato che i 4 geni coinvolti non sono unici al cuore. Srivastava afferma: “Le cellule cardiache sono particolarmente complesse perché quando escono dal ciclo cellulare dopo la nascita, il loro stato rimane bloccato, il che potrebbe spiegare perché non abbiamo tumori al cuore. Ora che sappiamo che il nostro metodo ha successo con questo complicato tipo di cellule, pensiamo che potrebbe essere utilizzato per far dividere altre cellule, come le cellule nervose, pancreatiche, retiniche e le cellule ciliate nell’orecchio”. Questo potrebbe portare ad un approccio rigenerativo più potente per trattare non solo gli attacchi cardiaci, ma anche danni al cervello, diabete, perdita dell’udito e cecità. E un giorno, l’uomo potrebbe superare la salamandra.

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