Dopo la nascita di un bambino oltre una mamma su 10, il 12%, soffre di depressione post partum, disturbo che si presenta tra la sesta e la dodicesima settimana dopo la nascita del figlio. Un problema differente per sintomi e cause dal ‘baby blues’, reazione che si verifica in oltre il 70% delle neomamme nei 3-4 giorni successivi al parto, caratterizzata da un’indefinita sensazione di malinconia e irritabilità dovuta principalmente al drastico cambiamento ormonale (crollo di estrogeni e progesterone) e alla spossatezza fisica e mentale dovute al travaglio e al parto. La depressione vera e propria ha un’impatto forte sulla donna che vive un pesante stato di sofferenza. Ma anche sulla famiglia. Il 67% delle madri depresse riferisce difficoltà di interazione e attaccamento con il figlio, problemi che innescano anche forme di colpevolizzazione aggravando la sofferenza.
E’ uno dei temi affrontati al ‘Festival della maternità’, in programma a Padova dal 13 al 15 aprile e presentato questa mattina Roma insieme al lancio della campagna social con un hashtag dedicato ai racconti delle mamme e della gravidanza. Un’iniziativa che punta a fornire a famiglie, specialisti e operatori del settore della perinatalità un’occasione di incontro, formazione e informazione sui primi 1.000 giorni di vita del bambino e sugli strumenti utili a tutelare la salute e il benessere psicofisico della mamma, del figlio e della famiglia durante e dopo la gravidanza.
I primi 1.000 giorni, evidenziano gli esperti, sono periodo decisivo per lo sviluppo mentale del neonato e del suo futuro di adulto. Le condizioni di vita perinatale possono influenzare il rischio di ammalarsi da adulti di varie patologie. Diversi studi dimostrano inoltre come una depressione materna ben trattata durante la gravidanza e nel post partum possa essere d’aiuto anche nello sviluppo del bambino. Gli specialisti hanno messo a punto 10 consigli per aiutare i genitori, e le madri in particolare, ad affrontare i primi 1.000 giorni da mamma.
Questi i suggerimenti:
1) Prenditi il tuo tempo. La maternità non è solo i 9 mesi della gravidanza, inizia già con la prima fantasia di avere un bambino. Ora è il momento di fare spazio a tutti quei pensieri ed emozioni che questa esperienza straordinaria porta con sé;
2) Le emozioni contano. Nell’immaginario comune una neomamma deve essere felice in ogni istante: è un falso mito che può alimentare aspettative poco realistiche;
3) Riposa quando il bimbo riposa. Se ti è possibile, quando il bambino dorme cerca di riposare anche tu, non sentirti in dovere di sbrigare le faccende domestiche o altre incombenze legate al bambino. Ritagliati lo spazio per il tuo benessere psicofisico e usa il tempo a disposizione facendo magari un bagno rilassante o degli esercizi di respirazione;
4) Mangia bene e correttamente. Segui un’alimentazione costante e equilibrata: una dieta bilanciata che prediliga frutta e verdura, sia nel periodo del concepimento sia durante la gravidanza, può influire positivamente sullo sviluppo del feto e del bambino;
5) Continua a volerti bene. Cerca di programmare un po’ di tempo da dedicare a te stessa per leggere, fare una doccia, telefonare a un’amica, e conserva alcune delle abitudini precedenti.
6) L’aiuto è importante. Programmate un aiuto in più durante i primi mesi dal parto, chiedendo a un familiare o a una baby-sitter, così da avere un po’ di tempo per te stessa e per il benessere di tutta la famiglia;
7) Papà, questo è il tuo momento. Stai esercitando il ruolo più bello e responsabile della tua vita: quello della paternità. Ma così come le mamme, anche i papà possono sentirsi inadatti, insicuri o messi da parte di fronte all’arrivo di un figlio. Non ci sono regole cui affidarsi per diventare mamma e papà, ma solo il lavoro di squadra;
8) Una linea guida che non citano mai: il buon senso. Ognuno ha la sua personale esperienza e le paure e le emozioni ambivalenti sono spesso comuni. Chi ha avuto più figli vi dirà che con ognuno è stato diverso. Permettetevi di sentirvi insicuri, incerti, impreparati, a volte fragili, impacciati;
9) Rivolgiti a figure specializzate. Se ti senti in difficoltà, non importa che gli altri non lo comprendano: ci sono dei centri e degli specialisti della perinatalità a cui rivolgersi e con cui parlare, o anche gruppi di supporto e associazioni. Il medico di famiglia può aiutarti a individuare un centro specializzato più adatto alle tue necessità;
10) Siete una famiglia. Non c’è giusto e sbagliato, c’è una persona, vostro figlio, che ha bisogno di conoscersi e farsi conoscere, a prescindere da quanti altri ce ne siano già; e ci sono dei nuovi genitori che si devono conoscere, possono sbagliare ma hanno bisogno di imparare.