La pasta è un alimento importante per la nostra alimentazione, che deve essere presente anche quando stiamo seguendo un regime alimentare ipocalorico. In commercio esistono vari tipi di pasta che ci permettono di alternare il consumo di cereali diversi, garantendo così una dieta ricca e variegata. Possiamo portare a tavola diverse tipologie di pasta (integrale, di semola di grano duro, di soia, di riso, di kamut, di farro) soprattutto quando seguiamo una dieta sana ed equilibrata; ad affermarlo è Luca Piretta, medico nutrizionista, che ci dirà quale tipologia di pasta preferire, le proprietà nutrizionali e i benefici di questi alimenti comunemente presenti in commercio.
La pasta di farro è un’interessante cereale con un alto contenuto proteico rispetto alle altre tipologie di frumento (15,1% rispetto al 13% della pasta di grano), è povera di grassi e ricca di sali minerali e vitamine. Questo cereale ha 347 kcal per 100 gr, è altamente digeribile ed ha un alto potere saziante. La pasta integrale è ricca di fibre ed ha un minore indice glicemico rispetto alla pasta di semola di grano duro, ti sazia con quantità minori e quindi ti aiuta a non esagerare con le porzioni.
Tecnologicamente, i prodotti integrali non vengono privati della crusca e del germe, garantendo così delle proprietà decisamente nutrienti: il germe infatti possiede acidi grassi essenziali ed antiossidanti, mentre la crusca offre molti sali minerali. Queste caratteristiche aiutano tantissimo l’intestino e sono ottime per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. L’aspetto negativo, come ogni alimento integrale, è che contiene acido fitico, che limita l’assimilazione di alcuni nutrienti come il calcio, il ferro, il rame e lo zinco. La pasta di kamut è composta da una varietà di grano chiamato khorasan, antenato del grano duro moderno e prodotto tramite agricoltura biologica. Il kamut è molto apprezzato perché ricco di proteine di alta qualità (20-40% in più rispetto ai grani tradizionali), vitamine, minerali e fibre in quantità maggiori rispetto al grano comune. Sostanzialmente si tratta di una fonte di carboidrati come gli altri cereali, importanti per l’apporto energetico quotidiano di una dieta mediterranea. La classica pasta di semola di grano duro è quella più consumata, tradizione italiana a cui non riusciremmo a non rinunciare nemmeno a dieta. Secondo i principi della dieta mediterranea un buon piatto di pasta è concesso durante un regime alimentare controllato. Quindi via libera ad un buon piatto di spaghetti al sugo, facendo attenzione però a mangiarla ben al dente. La pasta scotta infatti è un vero nemico per la tua dieta, perché favorisce l’assorbimento degli zuccheri, che alzano il livello di glicemia, stimolando l’insulina. A sua volta l’insulina lavora per abbassare il livello di glicemia, ma allo stesso tempo alza il rischio di aumento di peso, facilitando l’accumulo di tessuto adiposo.
Poi abbiamo la pasta di riso, adatta anche a chi soffre di celiachia. Il suo apporto calorico è leggermente più basso rispetto alla pasta di semola (336 calorie contro 353 calorie) ma dà un maggior senso di sazietà: il riso, infatti, assorbe più acqua del frumento e garantisce quindi una resa maggiore. Ha però un indice glicemico più alto, quindi se sei diabetica devi fare molta attenzione. Anche la pasta di soia è priva di glutine, quindi ottima per i celiaci, ed è ricca di proteine e lipidi, indicata soprattutto per i vegetariani. Ha un’azione anti-colesterolo, grazie alla presenza degli isoflavonoidi. Un eccessivo consumo di soia, però, rende difficile l’assorbimento di micronutrienti come lo zinco. Perfetta con le verdure saltate in padella.