Tutti la attendono: la stazione spaziale cinese Tiangong1 ha ormai perso il controllo di assetto e si appresta a precipitare sulla Terra. Ha infatti cominciato a ruotare in modo irregolare su se stessa, rendendo più difficili i calcoli di astrofisici di tutto il mondo che in queste ore la stanno seguendo con telescopi e radar. Lo hanno spiegato Claudio Portelli ed Ettore Perozzi, dell’ufficio Space Situational Awareness dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) rispondendo alle domande dei giornalisti nella diretta streaming organizzata dall’Asi.
“La stazione Tiangong1 continua a ruotare in modo irregolare“, ha osservato Portelli, pertanto le previsioni, che vedono l’impatto all’incirca all’alba di Pasqua, tengono conto di un margine di incertezza di 24 ore. L’impatto nell’atmosfera dovrebbe avvenire quando il veicolo sarà alla quota di 120 chilometri: “sarà difficile inquadrare quel momento con i radar – ha detto ancora Portelli – e da allora resteranno 45 minuti per calcolare il punto in cui avverrà il rientro”.
Ma nel frattempo la stazione spaziale cinese Tiangong 1 avrà modo di mostrare, all’Italia, uno spettacolo degno di questo nome. Il suo ultimo passaggio nel cielo italiano dovrebbe avvenire alle 5,50 del 31 marzo, quando la stazione spaziale sorvolerà il Sud Italia, brillando come la stella Vega. Sarà visibile anche nei cieli di Roma nello stesso orario, anche se più bassa sull’orizzonte e meno luminosa; mentre dal Nord non sarà visibile. “In questo momento la stazione spaziale Tiangong 1 si trova alla quota di 190 chilometrie, essendo sempre più bassa, ciascun passaggio è visibile da una regione sempre più ristretta della Terra“, ha spiegato l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope.
L’ultima occasione per vederla passare nel cielo è dunque il 31 marzo prima dell’alba: “la stazione spaziale cinese – ha aggiunto Masi – sarà visibile a partire dalle 5,50: vista da Palermo sarà molto alta sull’orizzonte e brillante come la stella Vega”
Per trovarla bisognerà guardare verso Sud: “la Tiangong 1 apparirà come un punto luminoso che si sposterà da Sud verso Est, passando vicinissima alla stella Altair della costellazione dell’Aquila”. Il suo passaggio sarà velocissimo, durerà solo 3 minuti, in conseguenza alla sua velocità di 28.000 chilometri orari.
Nonostante questo sarà l’ultimo passaggio visibile avrà qualcosa di speciale: “la stazione spaziale cinese ‘saluterà’ Saturno e Marte perché passerà apparentemente vicinissima ai due pianeti”. Se la Tiangong1 non dovesse precipitare, come previsto, all’alba della domenica di Pasqua, “potrebbe esserci un’ultimissima occasione per vederla, alle 5,18 del primo aprile, sempre dal Sud, ma il passaggio sarà ancora più difficile da osservare perché la Tiangong 1 sarà molto bassa sull’orizzonte”.
Al momento è previsto all’alba di Pasqua, in particolare attorno alle 2.50 ora di Greenwich (in Italia saranno le 4.50) di domenica primo aprile, il rientro nell’atmosfera della stazione spaziale cinese Tiangong 1. Tuttavia, “non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio”. Sono le ultime analisi degli esperti analizzate nella riunione del tavolo tecnico che si è tenuto al Dipartimento della Protezione Civile.
Gli esperti hanno inoltre ribadito che le finestre d’interesse per l’Italia potranno essere confermate e definite nelle 36 ore precedenti il rientro e che allo stato la possibilità che uno o più frammenti della stazione spaziale possano cadere sul territorio italiano è di circa lo 0,02%.
“Se la situazione resterà immutata potremo avere delle fluttuazioni di poche ore”, ha detto all’ANSA Luciano Anselmo, dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione ‘A. Faedo’ del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr). Sono almeno 15 le agenzie spaziali di tutto il mondo che in queste ore stanno seguendo il movimento della stazione spaziale Tingong 1: i dati indicano una situazione tranquilla: vale a dire che l’assetto del veicolo non è attualmente turbato né da tempeste geomagnetiche, nè dalle turbolenze dell’atmosfera.
L’assetto della stazione spaziale cinese Tiangong 1 è stato ricostruito al computer grazie a un algoritmo messo a punto in Italia, nell’Università Sapienza di Roma, e basato sulle curve di luce misurate con una rete di telescopi ottici. Il risultato si deve al gruppo del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell’Università Sapienza coordinato da Fabrizio Piergentili.
I dati che hanno permesso di ricostruire l’assetto della Tiangong 1 arrivano dai telescopi ottici dislocati soprattutto in Italia centrale. L’obiettivo ultimo è affinare le tecniche di osservazione e calcolo per rendere in futuro le previsioni sempre più precise, riducendo progressivamente il margine di incertezza. “Quello che ci interessa è trovare il modo per capire in futuro dove cadranno oggetti come questo sempre più in anticipo e con una precisione sempre maggiore”, ha detto Piergentili.
Osservare la stazione spaziale cinese aiuta, per esempio, a “capire il modo in cui è orientata sulla base dei cambiamenti nella luce“, ha spiegato ancora l’esperto. “Siamo stati fra i primi a seguire questi oggetti e continuiamo a farlo alla ricerca di nuove tecniche“, ha detto ancora riferendosi ai numerosissimi detriti spaziali che vagano nell’orbita terrestre.