L’ultimo documento di ricerca di Stephen Hawking potrebbe aiutare gli astronomi a trovare le prove che il nostro universo è solo uno in mezzo a molti altri all’interno di un “multiverso” più grande.
Il famoso cosmologo, morto il 14 marzo scorso all’età di 76 anni, è l’autore principale di uno studio chiamato “A Smooth Exit from Eternal Inflation?” (“Una morbida uscita dall’inflazione eterna?”), che inizialmente è stato consegnato ad un giornale non specificato lo scorso luglio. Il 4 marzo – solo 10 giorni prima della morte di Hawking – il co-autore Thomas Hertog, professore di fisica teorica presso la KU Leuven University, in Belgio, ha consegnato una versione rielaborata del manoscritto per un’ulteriore revisione, secondo il giornale inglese The Sunday Times.
L’inflazione citata nel titolo del documento è l’incredibile espansione dello spazio-tempo teorizzata nei primi momenti immediatamente successivi al Big Bang, che ha creato l’universo. Molti fisici credono che questo non sia stato limitato solo al nostro universo ma che sia accaduto ripetutamente, generando molteplici universi, forse un numero infinito di essi.
Non tutti sono così entusiasti del potenziale di questo documento. Per esempio, Neil Turok, direttore del Perimeter Institute for Theoretical Physics, in Canada, ha dichiarato: “Rimango perplesso sul perché Hawking trovasse questa situazione interessante”.
Tuttavia, il manoscritto ricorda a tutti che Stephen Hawking era un profondo pensatore impegnato ad affrontare alcuni dei più grandi misteri dell’universo. Mancherà moltissimo, ai suoi colleghi e al pubblico in generale.