Stephen Hawking, deceduto ieri 14 marzo nella sua casa di Cambridge, era un tesoro nazionale inglese. Il leggendario scienziato, autore di “A Brief History of Time”, alla fine è stato costretto a far affidamento su un computer per poter comunicare dopo che la sua salute ha cominciato a peggiorare. Nonostante la diagnosi di SLA che gli lasciava solo un paio di anni di vita, Hawking incredibilmente ha convissuto con la terribile malattia per oltre 50 anni. Ma quando nel 1985 ha contratto la polmonite, ha dovuto subire una tracheotomia che lo ha privato della capacità di parlare.
Da allora, il Prof. Hawking ha utilizzato un sintetizzatore vocale che gli permetteva di controllare lo schermo di un computer utilizzando il viso per immettere i dati. Il computer poi leggeva quello che lui aveva inserito, in quella che è diventata una voce iconica riconosciuta in tutto il mondo. C’è una cosa che ha continuato a lasciare perplessi alcuni, tuttavia. Molti non riuscivano a capire perché quel computer parlasse con un apparente accento americano, considerando che Hawking era nato ad Oxford.
Persino la Regina Elisabetta lo interrogò sull’argomento, dicendogli: “Hai ancora quella voce americana?” quando lo incontrò ad un evento presso il St. James’ Palace. E Hawking scherzosamente rispose: “Sì, è protetta da copyright in realtà”.
Ma Hawking aveva affrontato la questione sul suo sito web, scrivendo: “Quando ho costruito una frase, posso inviarla al mio sintetizzatore vocale. Uso un sintetizzatore hardware separato, realizzato da Speech Plus. È il migliore che abbia mai sentito, anche se mi dà un accento che è stato descritto in vari modi, come scandinavo, americano o scozzese”.
Ha anche spiegato che avrebbe potuto cambiare l’accento del suo computer quando la tecnologia è progredita, ma ha deciso di non farlo. Hawking ha aggiunto: “Il mio vecchio sistema funzionava bene e ho scritto 5 libri con esso, incluso “A Brief History of Time”. È diventato il mio segno distintivo e non lo cambierei per una voce più naturale con accento inglese. Mi è stato detto che i bambini che hanno bisogno di una voce computerizzata ne vogliono una come la mia”.