Tumori, come spiegarli ai figli? Torna il progetto ‘comunicare’

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Come si fa a dire a un figlio che la sua mamma o il suo papà ha un cancro? Cosa dirgli per non nascondergli la verità senza spaventarlo? Cosa rispondergli se lui chiede “morirai?”. Insegnarlo ai genitori è l’obiettivo del progetto ‘ComuniCare’, promosso da Walce Onlus con il contributo non condizionato di AstraZeneca, che dopo il successo riscosso nei primi 2 anni torna per una nuova edizione. Sei gli incontri: il primo oggi nel torinese, all’azienda ospedaliera-universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano; seguiranno Palermo e Catania in giugno, quindi altre 3 città italiane entro fine anno.

“I genitori sono pazienti particolari”, sottolinea Silvia Novello, presidente di Walce, professore ordinario di Oncologia medica all’università degli studi di Torino e responsabile Ssd Oncologia polmonare dell’Aou San Luigi: “Se da un lato, per proteggere i bambini dal dolore e da un inevitabile senso di insicurezza, fanno appello a tutte le risorse ed energie possibili per mostrarsi forti e reattivi nell’affrontare la malattia – spiega la specialista – dall’altro vivono un profondo senso di impotenza e paura di fronte a una condizione che sfugge al loro controllo e che sanno con certezza avrà un impatto emotivo su tutta la famiglia”.

Lo scopo degli incontri di ComuniCare, gestiti e coordinati da Maria Vittoria Pacchiana, psiconcologa della Ssd di Oncologia polmonare al San Luigi, è “stimolare una riflessione sull’importanza di informare i bambini della malattia di uno dei genitori e sostenere gli adulti nel loro ruolo genitoriale, favorendo lo scambio di pensieri utile per aiutarli a trovare alcune risposte alle tante domande che li tormentano: cosa è giusto dire ai bambini? Fino a che punto devono essere informati? Cosa rispondergli quando chiederanno se di tumore si muore? In che modo si possono rassicurare?”.

Dire la verità può essere difficile, ma aiuta tutti, assicura l’esperta: per i bambini, “essere informati di ciò che accade intorno a loro, che percepiscono anche se non sono in grado di
comprenderlo pienamente, aiuta ad alleviare il senso di ansia e disagio che la situazione può comportare”. Per gli adulti, già gravati dalle difficoltà della malattia, “dare informazioni sulla malattia ai figli contribuisce a consolidarne la fiducia, allevia loro l’angoscia e permette di aiutare i bambini ad affrontare il tumore e ciò che implica da un punto di vista emozionale”.

Al termine degli incontri, tutti i partecipanti riceveranno un libretto informativo in cui sono raccolti suggerimenti su come parlare di cancro ai piccoli in base a età e grado di maturità, su ciò che i bimbi pensano e sentono, su come spiegare loro le cure, su come aiutarli a parlare e a confrontarsi con i cambiamenti della vita, su quanto sia importante condividere le esperienze quotidiane, siano esse positive o negative.

“Siamo particolarmente orgogliosi di essere al fianco di Walce Onlus in questo progetto che si propone di offrire un aiuto concreto ai pazienti colpiti da tumore e alle loro famiglie – dichiara Andrea Musilli, Government Affairs & Patient Advocacy Director di AstraZeneca Italia – Siamo convinti che il nostro impegno non possa esaurirsi con la sola ricerca e sviluppo di nuove armi terapeutiche, ma che al contrario non possa prescindere da importanti partnership che come questa aiutino concretamente i pazienti anche nella gestione della patologia, considerandone anche i risvolti psicologici”.

 

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