Il primo visitatore interstellare conosciuto del nostro sistema solare probabilmente è più alieno di quanto si immaginasse in precedenza, secondo un nuovo studio. ‘Oumuamua significa “esploratore” in Hawaiano: l’oggetto è stato, infatti, scoperto dai ricercatori utilizzando il Panoramic Survey Telescope e il Rapid Response System (Pan-STARRS), presso l’Haleakala Observatory nell’isola di Maui, Hawaii.
Il misterioso oggetto a forma di ago ‘Oumuamua, che è stato individuato mentre sfrecciava nelle vicinanze della Terra lo scorso ottobre, probabilmente ha avuto origine in un sistema a due stelle, secondo lo studio. Gli astronomi possono affermare che ‘Oumuamua, lungo 400 metri, non ha avuto origine qui vicino sulla base della sua orbita iperbolica, che dimostra che l’oggetto non è legato gravitazionalmente al sole.
Inizialmente, gli scienziati pensavano che il corpo fosse probabilmente una cometa. Ma ‘Oumuamua non mostrava alcuna attività cometaria – nessuna lunga coda, nessuna chioma simile ad una nube intorno al suo nucleo – anche dopo essersi avvicinato al sole, quindi è stato riclassificato come asteroide.
Il principale autore dello studio, Alan Jackson, ricercatore del Centre for Planetary Sciences dell’University of Toronto Scarborough, ha dichiarato: “È davvero strano che il primo oggetto osservato proveniente dall’esterno del nostro sistema solare sia un asteroide, poiché una cometa sarebbe molto più facile da individuare e il sistema solare espelle molte più comete che asteroidi”.
Nessuno sa con certezza da dove ‘Oumuamua provenga e da quanto viaggi nello spazio. Ma le probabilità che sia nato in un sistema binario che ospita almeno una grande stella calda sono buone, secondo lo studio. Questo perché tali sistemi probabilmente hanno corpi in prevalenza rocciosi che orbitano relativamente vicino, nella zona di espulsione principale. E ‘Oumuamua è stato espulso probabilmente durante il periodo di formazione planetaria del suo sistema natale, affermano i ricercatori.
‘Oumuamua ha raggiunto il punto più vicino alla Terra – a circa 24 milioni di km – il 14 ottobre 2017. L’oggetto sta ora sfrecciando nel sistema solare esterno ed è stato troppo distante e indistinto per essere studiato, persino con i telescopi più grandi, da metà dicembre, secondo la NASA. Ma gli astronomi sono comunque riusciti a raccogliere un gran numero di dati quando ne hanno avuto la possibilità e queste informazioni saranno estratte a lungo. Jackson ha dichiarato: “Nello stesso modo in cui utilizziamo le comete per comprendere meglio la formazione planetaria del nostro sistema solare, forse questo curioso oggetto può dirci molto sul modo in cui si formano i pianeti negli altri sistemi”.