La Festa della Liberazione, che si celebra ogni anno il 25 aprile, è simbolo della fine del Ventennio fascista, della dittatura, di 5 anni di guerra. E’ stato l’inizio del percorso che ha portato al referendum del 2 giugno 1946, quando venne scelta la Repubblica al posto della Monarchia.
A corredo, di seguito, le frasi e le citazioni dai inviare su WhatsApp e Facebook per commemorare questo giorno, per augurare un “Buon 25 Aprile“, una “Buona Festa della Liberazione“.
- “Oggi, 25 aprile, ci sono ancora nemici da affrontare. La mancanza di memoria e l’assenza di verità.“
- “I fascisti han capito, se non son proprio tonti, che siamo arrivati alla resa dei conti! Scendiamo giu’ dai monti a colpi di fucile! Evviva i Partigiani! E’ festa d’Aprile!” (Canto Partigiano)
- “La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta”. (Theodor Adorno)
- “25 aprile. Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita”. (Enzo Biagi)
- “Era giunta l’ora di resistere; era giunta l’ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini”. (Piero Calamandrei)
- “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”. (Piero Calamandrei)
- “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. (Piero Calamandrei)
- “Sul 25 aprile si sono scritti trattati, pensieri, frasi, poesie, ciò che rimane è la conquista dell’uomo della sua libertà spinto, più che mai a ribellarsi a ideali in cui non credeva, ad una soppressione anacronistica. Dovremmo tutti imparare dalla storia, per trovare la forza di dire ‘no’ e lottare per la libertà”. (Stephen Littleword)
- “Un popolo ha la libertà per cui è disposto a lottare”. (Stephen Littleword)
- “Il 25 aprile è la Festa della Liberazione d’Italia, un italiano veramente libero è colui che vive, lavora, ama la propria terra. Lo stato in nessun modo non dovrebbe ostacolare questa sua sacrosanta libertà di uomo italiano. Siamo sicuri che questo accada?” (Stephen Littleword)
- “La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline”. (Pier Paolo Pasolini)
- “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire”. (Sandro Pertini)
- “È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature.” (Sandro Pertini)
- “Non festa della libertà, come un’illusione comoda. Ma festa della liberazione, come dono ricevuto ieri e da costruire ogni giorno #25aprile”. (Don Dino Pirri)
- “E quest’Italia, un’Italia che c’è anche se viene zittita o irrisa o insultata, guai a chi me la tocca. Guai a chi me la ruba, guai a chi me la invade“. (Oriana Fallaci, La Rabbia e l’Orgoglio)
Qualche poesia:
Ecco, la guerra è finita.
Si è fatto silenzio sull’Europa.
E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi.
Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle.
Come siamo felici.
A metà del pranzo la mamma si è messa improvvisamente a piangere per la gioia,
nessuno era più capace di andare avanti a parlare.
Che da stasera la gente ricominci a essere buona?
Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio,
tutti sono diventati pazzi, ridono, si abbracciano,
i più duri tipi dicono strane parole dimenticate.
Felicità su tutto il mondo è pace!
Infatti quante cose orribili passate per sempre.
Non udremo più misteriosi schianti nella notte
che gelano il sangue e al rombo ansimante dei motori
le case non saranno mai più cosi ‘ immobili e nere.
Non arriveranno più piccoli biglietti colorati con sentenze fatali,
Non più al davanzale per ore, mesi, anni, aspettando lui che ritorni.
Non più le Moire lanciate sul mondo a prendere uno
qua uno là senza preavviso, e sentirle perennemente nell’aria,
notte e dì, capricciose tiranne.
Non più, non più, ecco tutto;
Dio come siamo felici
(Aprile 1945 – Dino Buzzati)
“E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto
anche le nostre cetre erano appese
oscillavano lievi al triste vento”.
(Alle fronde dei salici di Salvatore Quasimodo)
“Qui vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti li avessero aperti
per sempre alla luce”.
(Per i morti della Resistenza di Giuseppe Ungaretti)
Avevo Due Paure
La prima era quella di uccidere
La seconda era quella di morire
Avevo diciassette anni
Poi venne la notte del silenzio
In quel buio si scambiarono le vite
Incollati alle barricate alcuni di noi morivano d’attesa
Incollati alle barricate alcuni di noi vivevano d’attesa
Poi spuntò l’alba
Ed era il 25 Aprile.
(Giuseppe Colzani)