Cambiamenti climatici, ANBI: “Ognuno faccia la propria parte, alla politica chiediamo più coraggio”

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Per rispondere alle conseguenze dei cambiamenti climatici, ognuno è chiamato a fare la propria parte; al Governo, che verrà, chiediamo di proseguire nel solco tracciato dall’esperienza della Struttura di Missione #italiasicura che, per la prima volta, ha affrontato il tema del dissesto idrogeologico in un’ottica nazionale; senza sicurezza territoriale, il nostro Paese non potrà mai essere competitivo. Occorre che territorio, turismo, agricoltura siano al centro del nuovo modello di sviluppo.”

Ad affermarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto ad un convegno organizzato a Viareggio dal Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord che, nel solo 2017, ha coinvolto ben 129 aziende agricole e cooperative agricolo-forestali nell’affidamento di cantieri per la manutenzione dei corsi d’acqua; l’importo complessivo delle opere è stato di quasi un milione e mezzo di euro. In appena 3 anni è stato così poco meno di 9 milioni di euro l’ammontare di lavori assegnati a tali aziende nel solco della cosiddetta Legge di Orientamento e di un Protocollo del 2014 ora rinnovato.

I cittadini devono essere coscienti – prosegue il Presidente di ANBI che raggiungere standard di sicurezza su un territorio, per troppi anni oggetto di urbanizzazioni non di rado scriteriate se non addirittura abusive,  è operazione complicata e difficile. Sul tema del dissesto idrogeologico e del consumo di suolo, oggi sono Comuni e Consorzi di bonifica, i veri interlocutori del rapporto tra cittadini e Regione. Quella della manutenzione è l’attività più importante per garantire prevenzione ed è proprio per questo che gli agricoltori devono esserne al centro, perché sono loro che da sempre la svolgono. Maggiore è il protagonismo del mondo agricolo, più efficace è l’attività di manutenzione. Il ruolo dei Consorzi di bonifica, insieme alle associazioni agricole, è un punto di partenza e di crescita culturale, perché l’acqua rimanga una risorsa, senza trasformarsi, invece, in costante minaccia. Per far ciò, occorre più lungimiranza e meno miopia.”

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