Secondo un nuovo studio la pasta può essere inserita in una dieta sana ed equilibrata consumandola quotidianamente con moderazione. A differenza della maggior parte dei carboidrati “raffinati”, che vengono rapidamente assorbiti nel flusso sanguigno, la pasta ha un basso indice glicemico, cioè determina minori aumenti dei livelli di zucchero nel sangue rispetto ad altri alimenti che invece hanno un livello alto di questo indice. A confermare ciò è uno studio del St. Michael’s Hospital, in Canada, pubblicato su BMJ Open, che ha come prima autrice la ricercatrice di origine italiana Laura Chiavaroli.
Nell’ambito dello studio, è stata fatta una ricerca controllata approfondendo altri studi che prendevano in considerazione quasi 2.500 persone che hanno mangiato pasta invece di altri carboidrati come parte di una dieta sana a basso indice glicemico. Lo studio ha rilevato che la pasta non ha contribuito all’aumento di peso o all’aumento del grasso corporeo, conferma l’autore principale, John Sievenpiper. In realtà, l’analisi ha mostrato una leggera perdita di peso, quindi contrariamente alle preoccupazioni, la pasta può essere parte di una dieta sana come ad esempio quella a basso indice glicemico. Ovviamente gli autori dello studio sottolineano che i risultati sono generalizzabili alla pasta associata ad altri alimenti a basso indice glicemico e avvertono che sono necessarie maggiori ricerche per determinare se la perdita di peso si applica anche alla pasta come parte di altre diete salutari. Un aspetto positivo è che gli amanti della pasta possono tranquillamente gustare questo pasto con tranquillità, senza però esagerare nelle porzioni e facendo attenzione soprattutto alla cottura dell’alimento.
Secondo Giorgio Calabrese, docente di Alimentazione e nutrizione umana all’Università di Torino, i popoli che vivono più a lungo mangiano cereali, alimenti che non aumentano l’indice glicemico. In Italia mangiamo molta pasta, che è un carboidrato che fa parte dei cereali, e siamo sempre ai primi posti nelle classifiche mondiali di longevità. Mangiando pasta assumiamo un alimento che mantiene un indice glicemico basso, soprattutto quando è cotta al dente ed è condita con un buon sugo di pomodoro, olio, basilico e formaggio. Questo determina un modesto incremento di insulina, che ci basta per ammortizzare i carboidrati e ci rende sazi.